PROCESSO MAROTTA, NIENTE SENTENZA. IL COLLEGIO GIUDICANTE CONVOCA DUE TECNICI PER APPROFONDIMENTI
Doveva essere la giornata della sentenza del processo “Maginot” relativamente all’imputato Carmelo Marotta, l’imprenditore riberese accusato di associazione mafiosa e di favoreggiamento alla latitanza del boss Giuseppe Falsone, arrestato a Marsiglia nel giugno del 2010, dopo una latitanza durata oltre 10 anni. Il collegio giudicante, presieduto dal giudice Andrea Genna e a latere dai giudici Silvia Capitano e Luisa Intini, stamattina ha emesso un’ordinanza ai sensi dell’art. 507 del codice di procedura penale che, in sostanza, riapre il dibattimento.
Il collegio giudicante ha disposto l’audizione di due tecnici, Corona e Buscemi.
Il primo relativamente alla decifrazione di un messaggio che sarebbe stato trovato nella pen drive, rinvenuta nel borsello del Marotta durante la perquisizione della sede saccense della Edilmar. Un messaggio che sarebbe stato cancellato e nei confronti del quale il collegio giudicante del Tribunale intende avere un quadro più approfondito e chiaro.
Il secondo tecnico, Buscemi, è il custode giudiziario delle società del Marotta poste sotto sequestro dopo il suo arresto. In particolare, i giudici vogliono avere il quadro della situazione contabile nel momento in cui il Marotta ha ampliato la sua attività acquisendo altre ditte. In buona sostanza, il Tribunale chiede se vi fosse l’esistenza di fondi attivi in grado di sostenere gli investimenti. I due tecnici saranno escussi il 27 marzo e il 10 aprile.
Il Pm della Procura Antimafia di Palermo, nel corso della sua requisitoria, aveva chiesto complessivamente 16 anni di carcere per il Marotta, 14 per associazione mafiosa, due per il favoreggiamento. Il Marotta è difeso dagli avvocati Aldo Rossi e Antonino Zanghì, quest’ultimod el Foro di Palermo.