CROLLO PONTE VERDURA: ECCO L’ESPOSTO DA PARTE DI CITTADINI
Pubblichiamo l’esposto presentato da cittadini in merito alla vicenda del crollo del ponte del Verdura.
Al Sig. Presidente della Repubblica
Al Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Sig. Ministro delle Infrastrutture
Al Sig. Prefetto della Provincia Agrigento
Al Sig. Presidente della Regione Siciliana
All’ Assessore Regionale Infrastrutture e Mobilità
All’ Assessore Regionale alla Sanità
Al Sig. Dir. Gen. Amministratore Unico dell’A.N.A.S.
Al Sig. Direttore Generale dell’A.N.A.S. Sicilia
Al Sig. Funzionario Responsabile dell’A.N.A.S. di Agrigento
Al Sig. Sindaco del Comune di Ribera
Al Sig. Sindaco del Comune di Sciacca
Al Sig. Sindaco del Comune di Calamonaci
Al Sig. Sindaco del Comune di Caltabellotta
Al Sig. Sindaco del Comune di Villafranca Sicula
Al Sig. Procuratore della Repubblica di Sciacca
Al Sig. Procuratore della Repubblica di Agrigento
Al Sig. Comandante Provinciale Carabinieri di Agrigento
Al Sig. Questore della Provincia di Agrigento
Al Sig. Procuratore Regionale della Corte dei Conti di Palermo
Al Sig. Magistrato della Corte dei Conti delegato controllo ANAS
OGGETTO: ESPOSTO – DENUNCIA A SEGUITO DEL CROLLO DEL VIADOTTO SUL FIUME VERDURA PER LE RESPONSABILITA’ DEGLI ENTI PREPOSTI AL CONTROLLO E ALLA MANUTENZIONE, PER LA MANCATA ADOZIONE DI MISURE ATTE A SCONGIURARE DANNI E PERICOLI ALLA POPOLAZIONE COSTRETTA O INTERESSATA AL TRANSITO SUL VIADOTTO.
I sottoscritti cittadini di Ribera, di Sciacca, di Calamonaci e degli altri Comuni comunque interessati alla transitabilità del viadotto sul fiume Verdura lungo la S.S. 115, portano a conoscenza delle SS.VV. quanto di seguito specificato, affinché vengano perseguiti secondo legge gli autori delle azioni ed omissioni che possono configurare oltre che illecito amministrativo anche ipotesi di reato, con l’adozione di tutti i provvedimenti necessari al fine di ripristinare la legalità, di raggiungere condizioni ambientali vivibili ed umanamente tollerabili, di impedire che continuino ad aumentare ulteriormente e a dismisura gli ingenti danni, non solo di natura economica, quotidianamente patiti da migliaia di persone, di scongiurare ulteriori prevedibili disastri che, con altissimo rischio, potranno verificarsi.
Premesso che:
– Sebbene il crollo del viadotto sul fiume Verdura lungo la S.S. 115 del 2 febbraio c.a. (prescindendo da eventuali responsabilità di carattere penale) è certamente da addebitare a responsabilità dell’ANAS, Ente preposto a curarne la manutenzione ed a consentirne la normale transitabilità, atteso che l’evento non si è verificato per fatti di carattere eccezionale ma per l’incuria, la superficialità e l’inerzia dell’ANAS nei suoi compiti di controllo e di intervento, si ravvisano, nei comportamenti degli Enti preposti ad intervenire successivamente al crollo del viadotto, tutta una serie di inadempienze e ritardi che ancora oggi assoggettano la popolazione interessata a enormi disagi, a ingenti danni ed a gravissimi rischi.
– A causa dell’interruzione della S.S. 115 susseguente al crollo del ponte, il traffico da Trapani/Sciacca verso Ribera/Agrigento e viceversa è stato deviato lungo un percorso tortuoso di circa 40 km. con una durata media di circa 1 ora, sulle strade SS.386, SP.47 e SP.36, che attraversa i centri abitati di Ribera, Calamonaci e Villafranca Sicula per riprendere la SS 115 dall’altro lato del ponte.
– Tale percorso alternativo (SS.386, SP.47 e SP.36) per le sue evidenti caratteristiche (fondo stradale, larghezza e tortuosità) non è nelle condizioni di sostenere tutto il traffico che vi è stato deviato e, da subito, ha iniziato a cedere e franare in diversi tratti che ne rendono ulteriormente pericoloso il transito. Ciò premesso, l’elenco dei danni e dei disagi causati alla popolazione è particolarmente lungo: – Migliaia di persone ogni giorno sono costrette a percorrere, nei due sensi di marcia, questo “percorso alternativo” indicato dall’ANAS come unica soluzione alla intransitabilità del viadotto crollato, con evidenti danni economici, alla salute e con notevoli rischi per l’incolumità delle stesse;
– Aziende agricole, Commercianti, Agenti di commercio, Studenti, Professionisti, Pendolari ecc. ogni giorno sono costretti a fare i conti con l’indicato percorso;
– L’interruzione della viabilità causata dal crollo del Ponte sul Verdura ha insopportabilmente allontanato la Città di Sciacca ove ha sede il più vicino ed attrezzato Ospedale e, quindi, messo a grave rischio la salute dei cittadini del comprensorio di Ribera privati, di fatto, del loro nosocomio da scelte politiche scellerate;
– Gli assi viari interni, soprattutto delle città di Ribera, Calamonaci e Villafranca Sicula attraversate da un numero assai elevato e inusuale di auto, tir, trattori e pullman, sta già cedendo in più parti e costringe ad ipotizzare ulteriori percorsi alternativi a quello già individuato come tale dall’Anas: è indicativa, in proposito, l’interdizione al traffico sulla strada che dal Ponte Verdura conduce a Ribera all’altezza di c.da Torre dove un’intera carreggiata ha subito, nei giorni scorsi, un importante smottamento.
Nonostante quanto sopra, non si comprende quali siano le ragioni dei comportamenti e dei provvedimenti assunti dagli Enti pubblici interessati che appaiono del tutto illogici, antieconomici e inconcludenti ai fini della risoluzione del problema.
– Un Comitato spontaneo di cittadini (No Ponte ? No Voto !) ha chiesto fin dal primo momento:
– Perché visto “l’insorgere di situazioni che comportino grave danno o pericolo di danno alla incolumità delle persone e ai beni e che per la loro natura o estensione debbano essere fronteggiate con interventi tecnici straordinari” (art. 1 della legge 8 dicembre 1970 n. 996), non è stato subito proclamato (o chiesto di proclamare) lo stato d’emergenza, oppure lo stato di calamità come solo recentemente ha ritenuto di fare il Presidente della Regione Siciliana?
– Perché gli Enti competenti non hanno interessata da subito la Protezione Civile che ha uomini, mezzi e risorse per una soluzione tempestiva del problema?
– Perché non è stato chiesto l’intervento del Genio Militare come è accaduto in altre parti d’Italia? (Su richiesta del presidente della Regione Calabria, il Genio militare è intervenuto per trovare una soluzione al crollo dei ponti di Gimigliano e Soveria Simeri e per la realizzazione di un ponte provvisorio per collegare Rogliano e Parenti, rimasti isolati.
– A Murialdo in Liguria sulla strada provinciale 51. – ecc…)
– Perché, non è stata adottata una soluzione tempestiva con la realizzazione di un ponte tipo Bailey, soluzione possibile e non particolarmente costosa, come prospettato all’ANAS da diversi tecnici (vedasi nota allegata dell’Ing. Giuseppe Di Giovanna)?
– Perché l’ANAS ha scelto di spendere la cifra astronomica di € 600.000,00 per una risistemazione provvisoria del ponte crollato, anziché propendere per una soluzione molto meno costosa e più veloce?
La mancata adozione delle superiori, peraltro, indicative soluzioni immediate ha avuto ed ha quali conseguenze:
– L’impossibilità di permettere, in casi di urgenza, il raggiungimento di un ospedale attrezzato in tempi brevi, violando e comprimendo il diritto alla salute, alla vita ed all’assistenza sanitaria delle persone, oltre i limiti di rischio consentiti;
– L’inottemperanza all’obbligo di permettere l’intervento dei VV.FF. in caso di necessità (incendi, incidenti stradali, ecc) nei tempi richiesti dalle emergenze;
– L’inottemperanza all’obbligo di prevedere vie di fuga in caso di calamità naturali (terremoti, frane o altri eventi);
– L’inottemperanza all’obbligo di consentire l’accesso ad eventuali mezzi di soccorso in caso di calamità naturali (terremoti, frane o altri eventi).
– L’inottemperanza all’obbligo di curare che la circolazione stradale avvenga in condizioni di massima sicurezza al fine di evitare incidenti.
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Tutto ciò premesso e considerato , si ritiene che i fatti esposti, oltre ad evidenziare violazioni di norme amministrative e in generale dei principi di trasparenza, di ragionevolezza, di economicità, di efficacia e di buon andamento della P.A. e una cattiva gestione della cosa pubblica, possano altresì configurare alcune violazioni di leggi anche penali che incidono direttamente sulla popolazione interessata:
– Violazione dell’ art. 32 della Costituzione Italiana, che sancisce la tutela della salute come “diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”;
– Violazione articolo 328 del Codice Penale – Rifiuto di atti d’ufficio. Omissione.
– Violazione articolo 332 del Codice Penale
– Omissione di doveri d’ufficio.
– Violazione articolo 432 del Codice Penale
– Attentati alla sicurezza dei trasporti.
– Violazione articolo 434 del Codice Penale
– Crollo di costruzioni o altri disastri dolosi.
– Violazione articolo 449 del Codice Penale
– Delitti colposi di danno.
– Violazione articolo 450 del Codice Penale
– Delitti colposi di pericolo.
– Violazione delle leggi in materia di igiene e sanità pubblica.
– Nonché di tutti gli altri eventuali reati ravvisabili.
I sottoscritti, gravemente esposti ai menzionati danni, disagi e pericoli, temendo, a ragione, per le future conseguenze in caso dovesse perseverare tale situazione, si riservano di dare ulteriore seguito alla presente, qualora non vengano intraprese immediate idonee misure/provvedimenti, formalizzando altrettante denunce a carico dei responsabili dello scempio pacificamente osservabile e riscontrabile nei territori di cui sopra.
Diversi, infatti ed a vario titolo, sono i soggetti che, pur rivestendo incarichi istituzionali nella pubblica amministrazione, non hanno, a tutt’oggi, intrapreso alcuna misura idonea a fronteggiare la situazione adottando le precauzioni adeguate a proteggere e salvaguardare la salute dei cittadini: testimonianza sono i denunciati fenomeni quotidiani di disagio e di incidenti stradali verificatisi nel c.d. “percorso alternativo” indicato dall’ANAS.
Con ossequi.