PONTE VERDURA, IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA ORDINE DEL GIORNO PROPOSTO DAL SINDACO. INDISPENSABILE PROCLAMARE LO STATO DI CALAMITA’

“Fare presto a ripristinare la viabilità sulla strada 115, dichiarando lo stato di grave calamità”. Il Consiglio comunale, presieduto dal presidente Calogero Bono, ha approvato ieri sera un ordine del giorno proposto dal sindaco Fabrizio Di Paola a conclusione delle sue comunicazioni all’aula su quanto accaduto dopo il crollo del ponte sul fiume Verdura.

Il sindaco Fabrizio Di Paola ha informato il consiglio comunale su tutti i passaggi che si sono susseguiti dal 2 febbraio in poi, sulle risultanze delle riunioni, dei tavoli tecnici a cui ha partecipato, fino all’incontro di ieri pomeriggio con il presidente della Regione Rosario Crocetta.

“La situazione è molto grave – ha detto il sindaco Di Paola – e urgono soluzioni urgenti per non penalizzare un territorio già provato da dieci giorni di chiusura del ponte sul Verdura”.

Il sindaco Fabrizio Di Paola ha manifestato la volontà dell’Amministrazione comunale di continuare a vigilare con la massima attenzione sulle iniziative che gli organi competenti stanno portando avanti, comunicando di avere manifestato nelle sedi dovute la grave situazione determinatasi, il disagio e lo sconcerto di un vasto territorio. La determinazione del Consiglio comunale verrà trasmessa dal sindaco Fabrizio Di Paola al Governo regionale e a quello nazionale, alla Prefettura, all’Anas, al Genio Civile ed alla Protezione Civile regionale.

L’ordine del giorno richiede ufficialmente “la dichiarazione dello stato di grave calamità al fine di assicurare in tempi brevi l’adozione delle misure atte a scongiurare il permanere della situazione determinatasi con il crollo del ponte”.

La deliberazione descrive in premessa “le gravissime ripercussioni sulle categorie economiche e lo stato di disagio sociale venutosi a determinare nella nostra zona dopo il crollo del ponte sul Verdura”.

“Il crollo del ponte – si dice – ha di fatto tagliato in due un territorio e escluso Sciacca e tutta la zona occidentale dall’appartenenza alla provincia di Agrigento”.

Si fa riferimento alla strada alternativa che allunga di un’ora il tragitto su strade inadatte, al disagio di numerosissimi pendolari, operai, insegnanti, impiegati, categorie professionali, operatori commerciali, agricoltori, impediti ad espletare la propria attività.

“Dal giorno del crollo – si scrive ancora – si è constatata una regressione notevole nella vendita del pescato”. Vengono segnalate “gravissime ripercussioni si stanno avendo sull’economia turistica”, problemi nell’approvvigionamento delle derrate alimentare ai supermercati” e disagi a usufruire con la necessaria puntualità e la dovuta urgenza dei servizi sanitari.

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