LA DONNA CHE VINCE LE SFIDE SUL CAMPO. MARIA IACONO POTREBBE ESSERE LA PRIMA DONNA DEPUTATO DELLA PROVINCIA AGRIGENTINA
Maria Iacono, aitante cinquantenne di Caltabellotta, ha la possibilità di varcare il portone della Camera dei Deputati per sedere sugli scranni del Parlamento. Sua una prerogativa: le sue conquiste sono frutto di lotta sul campo. Ad iniziare dall’esperienza di sindaco di Caltabellotta (1994-1998) per finire con la recente affermazione alle primarie per la scelta dei candidati del Partito Democratico per le elezioni per la Camera dei Deputati. Un’affermazione che l’ha fatta salire sul podio riscuotendo grande consenso tra gli elettori. Attualmente è consigliere comunale del paesino arroccato alla montagna, col ruolo di capogruppo di maggioranza. La intervistiamo partendo proprio dal successo nelle primarie. “Si tratta di un momento davvero importante che risalta la scelta del Partito Democratico. Basta pensare alla regola che ha consentito una percentuale minima del 50% di presenza femminile nelle liste. Ciò consentirà una forte presenza in Parlamento delle donne, specie nel Pd”. Lasciate alle spalle le primarie, adesso c’è l’impegno della campagna elettorale.
Qual è il valore aggiunto di Maria Iacono?
“Penso che l’elemento più importante sia il legame con il territorio. L’esperienza di sindaco mi ha consentito di conoscere più direttamente i problemi reali dei cittadini. L’esperienza amministrativa consente di percepire meglio le istanze che provengono dal territorio. L’alto tasso di sfiducia della gente nei confronti della politica è dovuto anche alla mancanza del rapporto diretto”.
Le fa paura dover rappresentare una provincia, quella agrigentina, che costantemente occupa gli ultimi posti delle classifiche degli istituti statistici?
“Una provincia povera di infrastrutture e dove la qualità della vita è davvero scarsa? “Si, mi fa paura, anche perché i problemi sono così reali e profondi che richiedono un impegno straordinario per il conseguimento di risultati utili. D’altro canto questa responsabilità fa capire che queste emergenze non devono essere vissute come si trattasse di un castigo divino. C’è un modo per superarle. Evidentemente occorre partire dai punti negativi, quali ad esempio la mancanza di infrastrutture, la forte disoccupazione giovanile e femminile. Tutti questi problemi, che in verità sono atavici nella nostra provincia, devono essere aggrediti con un pensiero innovativo trovando soluzioni moderne”.
In politica, qual è il valore aggiunto di una donna?
“Credo che stia nelle cose di cui stiamo parlando. Un valore aggiunto già dimostrato ogni volta che le donne hanno la possibilità di tenere le redini della gestione della cosa pubblica. E’ qui che è prevalso il modo diverso di gestire le circostanze da parte della donna. C’è ancora un’altra riflessione. La donna, storicamente, è stata assente nelle grandi scelte e ciò ha fatto venire meno quelle prerogative proprie del mondo femminile: il pragmatismo”.
Dopo tangentopoli, in provincia di Agrigento, ci furono tre donne sindaco; a Caltabellotta, Sambuca di Sicilia, Cammarata. Cosa rimane di quell’esperienza?
“In quel contesto, si intendeva far crescere un nuovo progetto politico. Quella è stata la “stagione dei sindaci”. Parte di quell’esperienza si è affievolita e si è persa un’occasione per la Sicilia. Si è fatto disperdere quel protagonismo delle donne che sarebbe stato assai utile alla nascita di una nuova cultura politica. Quell’esperienza mutò perché mutò, dopo poco, quel quadro politico innovativo. Rimane, comunque, un patrimonio che può essere riutilizzato. E’ rinato, anche, una nuova voglia di impegno delle donne in vari settori”.
Quali sono le sue prime tre emergenze che, se eletta, porterà in Parlamento?
“L’attenzione verso le fasce più deboli, quelli che maggiormente soffrono della mancanza di servizi sociali, alla famiglie, alle persone. E’ straordinariamente prioritario creare quell’indispensabile rete di solidarietà. Non meno importante è la questione legata al lavoro, alla disoccupazione, alla realizzazione delle infrastrutture”.
Quale sarà il suo punto costante nel corso della campagna elettorale?
“Diffondere la speranza che rinnovare la politica è possibile. E’ possibile grazie al nuovco protagonismo delle donne, dei giovani”.