CARNEVALE NON FA RIMA CON POVERTA’: A SCIACCA OLTRE 3000 I CITTADINI INDIGENTI CHE OGNI MESE CHIEDONO AIUTI ALIMENTARI
Quasi pronto il database predisposto dal coordinamento di associazioni
Mentre si discute di carnevale, dei soldi che occorrono e di quando organizzare la festa, la città fa i conti con una povertà che si allarga a macchia d’olio e che coinvolge tutte le famiglie monoreddito. Il termometro sono le organizzazioni di volontariato, che si occupano di aiutare chi è in stato di disagio sociale e che ogni mese ricorre ai pacchi spesa.
Nel corso del 2013 sarà operativo a Sciacca un database che vede insieme organizzazioni di volontariato e Comune di Sciacca, per la prima volta insieme in un programma di aiuti alle famiglie indigenti. Dai rilievi del database in fase di costituzione, emerge che sono attualmente 1800 le famiglie meno abbienti che ricorrono mensilmente agli aiuti delle associazioni di volontariato, per un totale di 3 mila persone.A questi si aggiungono tante altre persone che per pudore non si presentano a chiedere aiuti alimentari e che in qualche modo sofrrono in silenzio.
“C’è una situazione di grave allarme sociale che si tocca con mano – dice Luciano Sciortino della Caritas parrocchiale della Perriera – oggi si rivolgono a noi anche famiglie monoreddito che prima riuscivano ad arrivare tranquillamente a fine mese”.
Nei giorni scorsi la distribuzione di pacchi spesa alle famiglie che ne avevano fatto richiesta in Comune, ha scaturito una polemica di carattere politico, con i partiti di opposizione che hanno parlato di “pacco spesa ridicolo” per le famiglie che dovevano ricevere un contributo economico.“Il pacco spesa non era del Comune – dice Luciano Sciortino della locale Caritas parrocchiale della Perriera – l’ente ha solo implementato con due prodotti, formaggi e olio, il paniere che viene distribuito dalle associazioni di volontariato. Il Comune – aggiunge Sciortino – non aveva risorse economiche disponibili per dare un contributo, ha pensato bene di inserirsi nella nostra iniziativa. In realtà il Comune non ha dato un pacco alimentare, ma ha fornito una collaborazione”.
La Caritas a livello diocesano ha disdetto la convenzione con l’Agea e le varie organizzazioni parrocchiali si sono attivate con percorsi alternativi. La Caritas saccense ha già sottoscritto un accordo con il Banco alimentare per un approvvigionamento di derrate alimentari.