FIUME VERDURA: SI ROMPONO GLI ARGINI REALIZZATI DALL’ANAS PER DEVIARE L’ALVEO. TUTTO DA RIFARE

Di male in peggio: e ora arriverà anche l’acqua espulsa dagli invasi. Era apparso chiaro, nei giorni precedenti, che gli argini non avrebbbero retto la piena del fiume

La perturbazione che sta interessando la Sicilia e le insistenti piogge hanno provocato la rottura degli argini realizzati sul fiume Verdura in corrispondenza del luogo dove il 2 febbraio scorso è crollato il ponte. Si tratta degli argini che erano stati realizzati dall’Anas per modificare l’alveo del fiume, un intervento che com’è noto doveva servire per meglio operare quando devono essere avviati i progetti di ripristino del ponte.

Argini che sono sembrati, da subito, non consoni a far fronte alle piene del fiume. Già sabato mattina il livello del fiume era al limite degli argini. E’ bastato qualche ora di pioggia in più per rompere gli argini, rendendo vano il lavoro fin qui fatto. Naturalmente sono giorni in più che allungano la tabella di marcia.

Abbiamo scritto tante volte sulle colonne del nostro giornale che febbraio e marzo sono mesi piovosi e che con il fiume Verdura non si scherza. Basta chiedere agli agricoltori del luogo.

E’ stato lo stesso sindaco di Ribera, Carmelo Pace, a darne notizia nel primo pomeriggio di oggi, quando ci si è recati sul posto per effettuare una verifica, preoccupati per le continue precipitazioni piovose.

A questo occorre aggiungere che questa mattina l’Enel ha reso noto che sono stati attivati i meccanismi per trasferire sul fiume Verdura l’acqua che ha ormai nelle dighe ha raggiunto i limiti. Gli argini sono stati superati con l’acqua piovana e non è ancora finita visto che deve arrivare l’acqua espulsa dagli invasi.

Fortunatamente  i mezzi meccanici dell’impresa trapanese che sta eseguendo da qualche settimana i lavori di sistemazione dell’alveo e dell’asportazione dei detriti erano al sicuro. 

Alla luce delle previsioni meteorologiche che indicano un persistere dalla perturbazione anche nelle prossime ore, seppure con una certa attenuazione dei fenomeni, occorre adesso riflettere sugli interventi effettuati fino ad oggi e sulla loro validità.

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