Le famiglie hanno fortemente tirato la cinghia, riducendo il numero di regali e la loro entità, e tagliando anche sulle spese per la casa

Mentre tutti stanno imbambolati a chiedersi se e come Monti “salirà in politica”, la gente stringe la cinghia anche nei giorni in cui tradizionalmente si spende un pò di più.

Per il tradizionale cenone della vigilia e il pranzo del 25 dicembre, infatti, nove italiani su dieci sono rimasti a casa con parenti o amici spendendo circa 2,5 miliardi di euro, il 10 per cento in più rispetto allo scorso anno ma questo appena passato resta comunque il Natale peggiore degli ultimi 10 anni sul fronte dei consumi. Se, insomma, si è speso di più per restare in casa,si è rinunciato a molto su altri fronti.

Le analisi arrivano da Coldiretti, dal Codacons e anche da Federconsumatori-Adusbef. Il Codacons ha monitorato gli acquisti degli italiani fino alle ultime ore di apertura dei negozi, parla di un calo che in alcuni settori raggiunge il 20% e afferma: «chi sperava in una impennata delle vendite grazie agli acquisti dell’ultim’ora, è rimasto deluso.

Le famiglie hanno fortemente tirato la cinghia, riducendo il numero di regali e la loro entità, e tagliando anche sulle spese per la casa, sempre più spesso riciclando gli addobbi degli scorsi anni». Per l’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori, la riduzione complessiva è stata del 14% e la «gelata» non ha risparmiato nemmeno settori tradizionalmente molto forti durante natale: i giocattoli hanno segnato una contrazione del 3%, l’elettronica di consumo una flessione del 4%, l’abbigliamento e le calzature del 16%.

Tendenza inversa, invece, confermano i consumatori, per gli alimentari: almeno le tavole degli italiani rimangono imbandite, a dimostrazione di come le famiglie siano disposte a ridurre i consumi su altre voci di spesa, ma restino fedeli alla tradizione del cenone e del pranzo di Natale«.

In ogni caso, secondo una analisi della Coldiretti/Swg in più di una tavola su cinque (21 per cento) non è avanzato proprio niente, proprio per effetto della crisi che ha spinto gli italiani a contenere gli sprechi; in un altro 54 per cento delle famiglie italiane la quantità di cibo avanzata è comunque ridotta o modesta. »La tendenza a ridurre gli sprechi da parte degli italiani è forse l’unica notizia “positiva” della crisi in una situazione in cui in Italia sono aumentate del 9 per cento le persone costrette a ricevere cibo o pasti gratuiti in mensa o nelle proprie case«, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. Un po’ come dire che siamo diventati più ecologisti perché consumiamo meno carburante per l’auto.

Gli italiani indigenti che hanno ricevuto pacchi alimentari o pasti gratuiti attraverso i canali no profit che distribuiscono le eccedenze alimentari hanno raggiunto – sottolinea l’associazione – quasi quota 3,7 milioni, il massimo dell’ultimo triennio, secondo la relazione sul ‘Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2012’, realizzata dall’Agea. Analizzando più nel dettaglio le spese degli italiani per il Natale 2012, le principali riduzioni dei consumi – per il Codacons – si sono registrate nel settore regali, con cali drastici degli acquisti fino al -20% per abbigliamento, calzature, arredamento e oggettistica per la casa.

Malissimo anche i comparti viaggi, ristorazione e cultura (-15%). Una conferma arriva anche dall’indagine di Federconsumatori: registrano contrazioni a due cifre l’abbigliamento e le calzature (-16%), il settore dell’arredamento e degli elettrodomestici (-29%) e le spese per il turismo (-14%); forte flessione anche per un settore tradizionale per i regali natalizi, quello della profumeria e della cura della persona, che segna un calo dell’8%.

Fonte: contropiano.org

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