RIFORMA DELLA PESCA, DI PAOLA ADERISCE AD APPELLO NAZIONALE
“Una voce unica, forte, per avere più peso a Bruxelles dove in questi giorni si deciderà del futuro del settore della pesca e di tante realtà, come Sciacca, dove questo comparto rappresenta una componente economica e sociale di vitale importanza”.
Il sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola ha oggi aderito all’appello lanciato da tre sindaci per la riforma della politica comune della pesca. In mattinata, il sindaco Di Paola ha contattato il sindaco di Mazara del Vallo Nicola Cristaldi per unirsi all’iniziativa. L’appello è stato lanciato dai sindaci di Mazara del Vallo (Nicola Cristaldi), di Lampedusa e Linosa (Giusy Nicolini) e di Pollica (Stefano Pisani). Vi hanno già aderito, tra gli altri, i sindaci di Porto Palo di Capo Passero (Michele Taccone), Manfredonia (Angelo Riccardi), Favignana (Lucia Antinoro), Cetara (Secondo Squizzato), Camerota (Antonio Romano), Torre Annunziata (Giosuè Starita). L’appello dei sindaci vuole richiamare l’attenzione degli eurodeputati europei sulle importanti decisioni sulla pesca che verranno prese tra oggi, domani e dopodomani a Bruxelles dal Consiglio Europeo. Il sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola ha condiviso il documento elaborato dai sindaci promotori in cui si evidenziano i fattori di una crisi diffusa a livello europeo, ma al contempo si avanzano delle proposte concrete per una buona riforma della Politica Comune della Pesca affinché sia salvaguardato “un tessuto umano e imprenditoriale fatto di piccole aziende artigianali, cooperative e singoli in grado di assicurare una buona economia e coesione sociale”. Per tale ragione, aggiungono i sindaci nel documento, “la tutela della pesca e delle risorse ittiche da cui essa dipende diventa anche per noi un obiettivo improrogabile e irrinunciabile”. I sindaci dei Comuni con i principali porti pescherecci italiani si rivolgono allora ai “nostri europarlamentari” affinché, nell’ambito della riforma della Politica Comune della Pesca, “appoggino tutte quelle misure di sostenibilità sociale e ambientale che, consentendo nel breve periodo un recupero degli stock oltre i livelli più produttivi, siano in grado di assicurare un futuro alla pesca italiana”. I sindaci chiedono anche di condizionare “gli aiuti alle demolizioni dei pescherecci e la conseguente perdita di occupazione alla creazione di un numero equivalente di posti di lavoro nelle marinerie di appartenenza”.