IL TRIBUNALE E’ UN PRESIDIO DI LEGALITA’, SENZA SE E SENZA MA, SIA NEL CIVILE CHE NEL PENALE
La questione di Torre Macauda ha provocato note andate fuori dall’usuale, quasi a gettare ombre e sospetti sulla tempistica delle procedure in corso
Editoriale di Filippo Cardinale
Il Tribunale di Sciacca è stato salvato dalla soppressione certa per la sua caratteristica di presidio giudiziario a difesa della legalità del territorio. Questa è una certezza che nessuno può dimenticare. Per legalità si intende, forse è necessario evidenziarlo, la tutela dei diritti contemplati dalla legge e di cui ogni cittadino è fruitore. La legalità, dunque, è un concetto che si estende sia all’attività contemplata dal codice civile , sia a quella regolata dal codice penale. Ambedue i campi sono regolati anche da procedure ben delineate e perimetrate. Recentemente si è sollevata una questione che riguarda la struttura turistica di Torre Macauda. Un complesso turistico-residenziale-alberghiero di grandi dimensioni.
In alcuni interventi, compiuti attraverso comunicati stampa, si sono posti interrogativi che sono deragliati dall’ambito della giusta preoccupazione sulla sorte di una risorsa economica della nostra città, per approdare in questioni temporali che riguardano procedimenti e procedure giudiziarie in corso.
Da un lato la Cgil, che attraverso il comunicato stampa, chiede “se è possibile conoscere lo stato delle procedure e i tempi che porteranno all’affitto o alla vendita dell’immobile per la stagione 2013”. Dall’altro lato, il consigliere provinciale Lazzano che “invita il primo cittadino ad intervenire autorevolmente su una questione che pregiudica l’immagine turistica della città e crea problemi anche per i lavoratori”. Lazzano va oltre e nella lettera inviata al sindaco scrive che “la custodia giudiziaria non ha adottato a tutt’oggi alcuni iniziativa che riguardi sia l’affitto che la vendita”.
Appare, in verità, strano il mezzo utilizzato per esternare le preoccupazioni avanzate dai mittenti delle note. Il Tribunale è un’istituzione che non è blindata alle richieste che provengono dalla società civile, dalle categorie a tutela dei lavoratori, da chi ricopre cariche elettive espressioni della volontà popolare. Sarebbe stato istituzionalmente lineare rappresentare le “preoccupazioni” direttamente all’istituzione, a chi la rappresenta che, senza tema di smentita, ha la vocazione al dialogo. Sarebbe bastato, più semplicemente, richiedere un appuntamento per affrontare la tematica nella giusta linearità.
Il momento sociale, particolarmente delicato e denso di tensione, richiede pacatezza da parte di tutti, ma soprattutto richiede la forte capacità di non gettare al vento i semi del sospetto di inefficienza o di lentezza. La questione relativa alla procedura esecutiva immobiliare in capo alla struttura alberghiera-residenziale di Torre Macauda è molto complessa, difficile. E’ bene ricordare che a monte vi è stato un provvedimento della Procura Antimafia di Palermo. E’ bene ricordare un percorso a ritroso. E’ bene ricordare anche il dopo, sia sotto l’aspetto del codice penale, che di quello civile. Ad avere la giusta garanzia della tutela dei diritti non sono solo i lavoratori, ma anche una platea di persone che investendo soldi per comprare una villetta si sono ritrovate poi con un pugno di mosche nelle mani. Le varie vicende che hanno segnato talune fasi gestionali sono note a tutti (forse) e hanno generato situazioni finanziarie difficili, poco, chiare, complesse. Dunque, nasce indiscutibilmente l’esigenza di procedere con cautela, ricostruendo fasi in ombra, complesse, astruse.
Il Tribunale di Sciacca, oltre ai numeri segnati a proprio vantaggio con le celebrazioni di importanti processi di mafia, conclusi in tempi da giustizia europea (riconosciuti pubblicamente e anche dai vari collegi di difesa), e con numerose condanne confermate anche ai livelli superiori di giudizio, negli ultimi anni ha invertito una rotta temporale che riguarda proprio la sezione fallimentare. Da diversi anni, il Tribunale vanta numeri importanti ed esaltanti nella chiusura di procedure fallimentari, portando a compimento l’iter fino alla vendita e garantendo, in tal modo, il diritto dei creditori.
Chi scrive ha più volte pubblicato, anche sul quotidiano La Sicilia, le statistiche delle procedure in entrata e concluse. Sono tutte testimonianze di un lavoro, imponente per numeri, della sezione fallimentare svolto senza risparmio di energie. Sono numeri inconfutabili e che, molto probabilmente necessitano di una rilettura. Senza dimenticare i periodi di difficoltà attraversato dal Tribunale per carenza di magistrati giudicanti. E’ grazie al lavoro costante e senza sosta dei giudici ( e del relativo personale) che si occupano di procedure fallimentari e di esecuzioni immobiliari che il Tribunale marcia su un binario tempistico che si può definire, senza tema di smentita, di ottima velocità.
Un Tribunale che può vantare anche della collaborazione di curatori fallimentari e custodi giudiziari perfettamente in linea con l’impegno richiesto dal Tribunale. La procedura, complessa e difficile, che riguarda il vasto complesso di Torre Macauda, è prossimo alla conclusione. Si intravede il traguardo di una maratona infittita di complessità gestionali.
Aver invocato l’intervento del sindaco in una questione che riguarda la sfera procedurale di un’istituzione giudiziaria ci è sembrato un gesto affrettato, inusuale. Specie quando a capo della massima carica istituzionale elettiva c’è un operatore del diritto che ha nel suo sangue l’autonomia e il rispetto della magistratura.