OSPEDALE, TAPIS ROULANT E QUAD: SEGNI DI SPRECHI SENZA FINE

Il tapis ropulant, montato da anni, è lasciato al degrado. Dei due quad acquistati per la consegna a domicilio di documenti non si vede nemmeno l’ombra

Storia di soldi pubblici spesi per realizzare servizi, poi lasciati al degrado, all’usura del tempo. Storia di quad acquistati con soldi pubblici, da utilizzare per offrire servizi a domicilio, ma mai utilizzati. Una storia raccontata oggi con un reportage a firma di Filippo Cardinale sul quotidiano La Sicilia.

All’ospedale di Sciacca sono testimoni del disinteresse della cosa pubblica sia il tapis roulant, sia i due quad dei quali non si hanno notizie. Il tapis roulant, montato, non è mai stato messo in funzione. E’ lasciato a degradare, ad arrugginirsi, sotto l’effetto del tempo che trascorre. E’ un classico esempio di come far marcire le strutture sotto l’impietoso effetto del tempo, ma soprattutto per l’inutilizzo.

Ma anche due fiammanti quad sono stati lasciati inoperosi. Di questi non si ha più traccia. Molto probabilmente saranno chiusi in qualche magazzino, in pasto all’usura del tempo.

Era stato il manager Luigi Marano a elaborare un progetto da far finanziare alla Comunità Europea.  E qui, bisogna dare a Cesare ciò che gli appartiene. Marano intercettò un finanziamento europeo per creare alcuni servizi di accoglienza all’utenza. Non solo accoglienza, ma anche servizi che dessero alla stessa utenza maggiori conforti nella fase del ricovero. Con molta attenzione ai bambini. Realizzò la foresteria, il servizio di accoglienza con tanti ragazzi che davano indicazioni ai pazienti e ai parenti dei pazienti. Indicazioni di come raggiungere, ad esempio, il reparto, in considerazione che la mega struttura ospedaliera saccense è un labirinto. Poi creò una ludoteca per i bambini, con sala lettura, giochi e cinema. Insomma, l’ospedale oltre ad offrire servizi sanitari di eccellenza, offriva anche servizi di assistenza degni d clinica svizzera.

Poi calò il buio. Marano andò via e le cose non stanno più come prima. I quad non si vedono più da anni. Il loro uso era destinato alla consegna di documenti, analisi, ai pazienti, fino al loro domicilio. Non necessitano di patente e potevano essere guidati dai ragazzi del volontariato. Ne erano arrivati due, di colore blu. Era il marzo del 2005 quando furono presentati alla stampa nell’ambito del progetto “Ospedale amico”. Poi più nulla. Oggi non si hanno più notizie. Non si sa se sono stati venduti, oppure lasciati depauperarsi in qualche magazzino della struttura ospedaliera.

Il tapis roulant era stato concepito per  collegare l’ingresso dell’ospedale con la hall della struttura sanitaria. Un modo per consentire agli anziani, o a chi sprovvisto di mezzi propri, di giungere a destinazione senza fare troppa fatica. E mentre il Tribunale per i diritti del malato chiede all’Amministrazione comunale di potenziare i servizi pubblici per consentire agli anziani un più agevole flusso all’interno dell’ospedale, i tapis roulant sono lasciati al degrado. Anzi, è stato posto un cartello di divieto di transito al loro inizio. C’è stato un periodo in cui alcuni balordi a bordo di ciclomotori percorrevano, indisturbati, il tapis roulant mostrando a tutti le loro essere goliardico. Dunque, nel caso dei tapis roulant, si tratta di opere realizzate con soldi pubblici.

La domanda sorge spontanea: perché non si utilizzano? Perché  si  preferisce  lasciarli in preda all’usura e al degrado?

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