SICILIA IN DEFAULT NEL 2014, SOLO UN MIRACOLO LO PUO’ SCONGIURARE
Se a parlare di default è l’assessore all’Economia Gatenao Armao, allora si può credere alla notizia. E se poi è lo stesso assessore a parlarne in una intervista rilasciata a LiveSicilia.it, allora ogni dubbio è fugato. “”Se non si rinegozia il patto di stabilità e non si continua a tagliare la spesa, la Regione collasserà tra due anni. Ma in campagna elettorale non se ne parla”, dice nell’intervista a LiveSicilia.it.
E’ il 2014, l’anno in cui la Sicilia arriverà al default. “Un epilogo sicuro – secondo l’assessore – a meno che non si vada avanti con misure drastiche di taglio della spesa pubblica e contestualmente non si negozi una revisione del patto di stabilità, che ridia fiato alla Regione”.
Per Armao la colpa è del Patto di Stabilità: “Il patto di stabilità è sempre più stringente. Non una cosa sbagliata in sé, ci mancherebbe. Ma stringe la spesa sempre di più: 5,2 miliardi quest’anno, 4,7 l’anno prossimo, nel 2014 si arriverà a 4,5 miliardi, come ha deciso da poco il governo. Se pensate che la Regione spende circa 2 miliardi per stipendi, pensioni e affini e che circa 800 milioni ci costa il debito, nel 2014 resteranno un miliardo e 700 milioni per fare tutto”.
“Ci sono tre elementi convergenti- dichiara Armao a LiveSicilia.it-: Il primo è la situazione economica. Non sembra che la Sicilia possa agganciare la ripresa prima della fine del 2014. Il secondo è un patto di stabilità sempre più oppressivo, che non tiene conto delle competenze che ha la Sicilia in forza dell’autonomia. Io non contesto il patto di stabilità, che è una cosa giusta. E’ la misura e la modalità aritmetica di applicazione del patto che va contestata. E’ un po’ come chiedere a tutti di perdere 30 chili, a prescindere dal peso di partenza. A uno di novanta chili può fare bene, ma se ne pesi quaranta ti ammazza. Inoltre, il patto frena gli investimenti, perché non puoi spendere. Il terzo elemento sarà l’entrata in vigore della legge costituzionale che introduce il pareggio di bilancio, proprio nel 2014, che imporrà di rientrare in parte dal debito. Metta insieme tutto questo”.