IERI AL PIZZAFEST SI E’ PARLATO DEI PRODOTTI TIPICI. DIVERSI I RELATORI
“La tipicità: modello di sviluppo del territorio”, è stato il primo dei due talk show inseriti all’interno della 3^ edizione del Pizza Fest.
Un momento di incontro dal quale prendere il meglio delle opinioni e delle esperienze messe sul tavolo e farne tesoro. Si è parlato, appunto, di tipicità, ovvero dei prodotti tipici: dalle arance di Ribera al vino di Menfi; di agricoltura e di piccola e grande distribuzione; dell’importanza e delle difficoltà che qui da noi si riscontrano, di fare sistema.
Si è svolto presso la Pizzeria Miravalle di Seccagrande, alla presenza di relatori che hanno saputo dare un notevole contributo. Si sono alternati gli interventi del sindaco Carmelo Pace, dell’onorevole Giuseppe Ruvolo, dell’assessore della Provincia Regionale di Agrigento Francesco Christian Schembri, del cavaliere Diego Planeta, del presidente dell’Associazione Ceramisti di Sciacca Antonino Carlino, del presidente del Consorzio Riberella Giuseppe Pasciuta.
Dai vari interventi un punto in comune: “Occorre puntare sulla qualità”. Lo ha affermato il presidente Pasciuta, lo hanno ribadito tutti gli altri, a partire dall’assessore Schembri che ha aggiunto: “Sia il produttore che il cliente si devono educare alla qualità”.
Qualità, ma anche tipicità del prodotto, perché “la tipicità deve essere vista come il mezzo da usare per lo sviluppo del nostro territorio”, ha aggiunto. In questa direzione, ancora più dettagliata è stata l’analisi preziosissima, data l’esperienza, del cavaliere Planeta, il quale nonostante i suoi vari titoli ama farsi chiamare semplicemente agricoltore.
“Si deve capire che la Sicilia non può competere con una produzione di massa – ha affermato – noi produttori dobbiamo capirlo: occorre produrre un prodotto di qualità. Occorre affrontare il mercato con un prodotto che non sia di massa, ma che abbia una sua particolarità”.
Dal pubblico alcuni interventi, tra i quali quello del presidente del Comitato Spontaneo degli Agricoltori Giuseppe Colletti. Dito puntato sulle colpe della politica e anche del Consorzio Riberella, accusati di non saper incidere sul territorio e non aiutare gli agricoltori.
“Il Consorzio da dieci anni – la replica di Pasciuta – tenta di mettere assieme gli agricoltori riberesi, di formare delle organizzazioni di produttori, ma invano: a Ribera mettere insieme due agricoltori è difficile. Non c’è la mentalità di stare insieme, di fare sistema. Non si capisce che da soli non si va da nessuna parte”. Insomma, problemi, possibili soluzioni e strade nuove da intraprendere, tra le quali quella di legare l’agricoltura al turismo.
“Il Comune di Ribera e il Consorzio Riberella – è stata l’opinione del sindaco Carmelo Pace – devono portare avanti dei progetti comuni, progetti capaci di coniugare i nostri prodotti tipici ed il nostro territorio: agricoltura e turismo devono viaggiare sullo stesso binario”.