OPERAZIONE “PORTOBELLO, SI E’ CONCLUSO L’INTERROGATORIO DI GARANZIA: “GESTIVANO SOLO IL DISCO-PUB”, DICE IL LEGALE DI MELLUSO
Tre degli indagati, su cui pende l’ipotesi di sfruttamento della prostituzione a seguito dell’operazione “Portobello”, hanno risposto in sede di interrogatorio di garanzia, dinanzi il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sciacca, Giuseppe Miceli.
Tra questi, Gianni Melluso, assistito dall’avvocato Giampaolo Agate del Foro di Marsala. Il legale assiste anche la moglie Raffaella Pecoraro. “I miei assistiti hanno, dinanzi il Gip, hanno respinto ogni addebito”, sostenendo che “il loro ruolo era quello di gestire il disco-pub nel quale si esibivano anche delle ballerine”. Il legale sta valutando se inoltrare l’istanza di revoca delle misure cautelari inflitte a Melluso e Pecoraro, il primo in carcere, la seconda ai domiciliari. Sta valutando l’audizione di alcuni testi. Intanto, nella città termale non si placa l’eco che l’operazione antiprostituzione ha prodotto.
Pellegrino Grisafi, assistito dal penalista saccense Aldo Rossi, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per l’avvocato Aldo Rossi, Grisafi “è estraneo ai fatti e in quel luogo svolgeva la professione di barista”. Intanto, il penalista saccense sta predisponendo sia per Grisafi che per Ernesto l’istanza di revoca della misura cautelare al Tribunale del riesame. Anche Stefano Giovanni Ernesto si è dichiarato estraneo ai fatti.
Gianni Melluso è considerato dagli investigatori l’autore principale dell’organizzazione smantellata dai carabinieri della polizia giudiziaria della Procura di Sciacca; la moglie Raffaella Pecoraro, avrebbe curato la logistica, mentre gli altri due avrebbero curato chi il trasporto della ragazze, chi la sicurezza. Questo secondo la ricostruzione degli investigatori.
Melluso è noto alla cronaca nazionale per le accuse a Enzo Tortora. Fu, infatti, tra gli accusatori, insieme ad altri pentiti della Nuova Camorra Organizzata, a fare false dichiarazioni su Tortora. La vicenda si concluse segnando una delle pagine più nere della storia giudiziaria italiana. Melluso chiese anche le scuse ai familiari di Enzo Tortora, ma che non furono mai accettate.
Risuonano ancora nella città termale le parole profuse ieri dal procuratore della Repubblica, Vincenzo Pantaleo, sul profilo di Melluso: “E’ un falso resipiscente, ha più volte tentato di diffondere una sua immagine di uomo che si ravvede degli errori commessi. Ma ha continuato sempre, malgrado la sua inquietante intervista rilasciata ad una emittente locale, a condurre un disegno criminoso senza sosta. La caratura criminale di Melluso è indiscutibile e lo riprova il fatto che non ha mai smesso la sua attività criminale”.