MAZZETTE EOLICO: LE DENUNCE DI MONCADA

Ci volevano diecimila euro ad autorizzazione per superare tutti gli ostacoli burocratici. In tutto settantamila euro per le sette istanze per parchi eolici presentate al Genio Militare da Salvatore Moncada, l’imprenditore agrigentino che ha denunciato il tentativo di corruzione messo in atto dal “collega” Vito Nicastri, finito oggi in manette. Con la mazzetta non ci sarebbe nemmeno stato bisogno della bonifica del territorio con la disistallazione delle mine, operazione molto costosa. Di tutto questo avrebbero discusso Moncada e Nicastri in un bar di Castelvetrano. Il manager agrigentino però si rifiutò e raccontò tutto alla Guardia di finanza. Le richieste di Nicastri e del dipendente del Genio Militare, Vincenzo Nuccio, sono state confermate agli inquirenti anche da un collaboratore di Moncada, Antonio Vaccaro, che più volte si recò dal funzionario per avere notizie delle istanze. I finanzieri hanno poi riscontrato, attraverso i documenti, che le imprese di Nicastri non avevano nessun problema con le autorizzazioni, mentre le pratiche di Moncada rimanevano sempre ferme.

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