TRIBUNALE, API: “FA DIFESO CON AZIONI FORTI A ROMA”

L’Api  mobilita tutti i consiglieri comunali agrigenini. Dopo la riunione di due giorni fa, il segretrio provinciale Francesco Montalbano e il portavoce Simone Di Paola, hanno dato il via permettere in campo una serie di iniziative a difea del Tribunale.

Nel corso della riunione “sono state messe sul tappeto tutte le principali questioni al centro dell’agenda politica delle forze in campo, che dovranno essere affrontate con determinazione e risolutezza, specie nella prospettiva delle imminenti scadenze elettorali regionali, nazionali e provinciali, recuperando un clima di maggiore credibilità ed affidabilità nel rapporto con un opinione pubblica sempre più sfiduciata e disillusa nei riguardi dell’attuale classe dirigente”.

“Noi siamo convinti che non vi sia più spazio alcuno per alchimie o tatticismi elettorali di sorta, ma che – al contrario – i prossimi appuntamenti elettorali potranno essere affrontati con fiducia solo se saremo in grado di interloquire con i cittadini, dando risposte serie e non demagogiche ai tanti problemi aperti rispetto ai quali si gioca un pezzo assai rilevante del futuro e delle prospettive di questo territorio, che oggi rischia seriamente il definitivo tracollo, tanto sul piano economico ed occupazionale, quanto sul piano sociale e culturale”.

Seondo l’Api, “la verità è che, senza girarci intorno, la provincia di Agrigento non è da molto tempo una priorità per le diverse compagini governative che si sono succedute nel tempo. In tal senso la soppressione del tribunale di Sciacca, unanimemente riconosciuto come uno dei più virtuosi ed efficaci presidi di lotta alla mafia ed alla criminalità organizzata in Sicilia, non è che l’ultimo e forse il più eminente segnale di disinteresse nei riguardi di questa parte di territorio. Per questo siamo chiamati tutti quanti ad uno sforzo unanime e convinto a difesa del tribunale di Sciacca; non si tratta di una sciocca difesa di tipo campanilistico; si tratta semmai di far comprendere al governo che sopprimere un presidio giudiziario che ha prodotto nel tempo brillanti risultati nell’azione di contrasto a Cosa Nostra, come dimostra la recente azione antimafia, che ha condotto al l’arresto del probabile nuovo capo mafia della Provincia di Agrigento, indicato come uno degli uomini più vicini al boss Matteo Messina Denaro. Dobbiamo essere pronti alle azioni più eclatanti per scongiurare un’ipotesi tanto sciagurata, se necessario alzando la voce nei riguardi dei nostri stessi vertici parlamentari ed istituzionali. In tal senso ci sentiamo di condividere e fare nostra la proposta formulata nelle ultime ore dal Consigliere Provinciale Mario Lazzano: è necessario spostare la protesta a Roma, presidiando se necessario la Piazza Montecitorio; promuovere altre manifestazione di protesta in loco, ancorchè lodevole, rischia di diventare un’ulteriore occasione in cui ci parliamo addosso, senza sortire alcun risultato concreto. Pertanto manifestiamo la nostra massima disponibilità a mobilitare le nostre forze e spostare a Roma le ragioni della nostra protesta”.

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