PROCESSO CANGIALOSI: “CELESTE SAIEVA NON E’ LA MANTIDE VELENOSA”
Si è conclusa oggi la discussione dell’avvocato difensore di Celeste Saieva. “Inattendibile il racconto del minorenne”
Si è conclusa oggi la discussione del difensore di Celeste Saieva, l’avvocato Giovanni Dacqui del Foro di Caltanissetta. Il processo è in sede di Appello, a Palermo e volge alle fasi conclusive. L’avvocato Dacqui nel corso della sua discussione ha sostenuto che “celeste Saieva non è la mantide velenosa che si vuol fare apparire” e che il “racconto del minorenne è inattendibile e presenta diverse contraddizioni”. Il difensore della moglie della vittima, imputata insieme a Paolo Naro, Nicola Piazza, tutti e tre condannati in primo grado a 30 anni di carcere, (il minorenne è stato condannato a 9 anni e 4 mesi e la sentenza è divenuta definitiva) ha sostenuto che “non vi è traccia del sonnifero che sarebbe stato utilizzato da Celeste Saieva per addormentare il marito e consentire ai complici di agire per consumare il delitto”. Anche questo “particolare narrato dal minorenne non trova riscontro”.
Il penalista ha anche evidenziato come “il minorenne diceva che a sapere del progetto omicida erano in tanti”, e allora come mai “nessuno sapeva, nessuno ha cercato che si evitasse di consumare il delitto?”.
Sulla relazione della Saieva con Nicola Piazza, l’avvocato ha detto che “la moglie lo aveva confidato al marito, non era un segreto”.
L’avvocato ha chiesto l’assoluzione per la Saieva ritenendola estranea ai fatti.