L’ex ministro Calogero Mannino temeva di essere ucciso dalla mafia. Lo ha detto davanti alla quarta sezione del Tribunale di Palermo Riccardo Guazzelli, figlio del maresciallo dei carabinieri, Giuliano, assassinato da un commando il 4 aprile del 1992,sul viadotto Morandi. Riccardo Guazzelli ascoltato come teste nel processo al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, ha ricordato i legami di amicizia che il padre avrebbe intrattenuto, sia con il generale dei carabinieri Antonio Subranni, che con Mannino. Guazzelli ha riferito di tre incontri tra il maresciallo e Mannino, durante i quali il politico avrebbe manifestato, prima e dopo l’omicidio dell’eurodeputato della Dc Salvo Lima, il timore di potere essere ucciso anche lui. Il teste ha ricordato poi che al funerale del padre, il generale Subranni e Pietro Vetrano (all’epoca consigliere comunale della Dc) avrebbero parlato sia dell’inchiesta su mafia e appalti, sia di come Giuliano Guazzelli avesse allontanato con violenza Angelo Siino, “ministro dei Lavori pubblici” di Totò Riina, un giorno che si era presentato in casa loro. Secondo Riccardo Guazzelli, al padre fu proposto da Bruno Contrada di entrare nel Sisde.

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