E’ MORTO IL COMANDANTE GIULIO PEROTTI, IL PAPA’ DEL CRONIO

E’ morto a 93 anni lo speleologo Giulio Perotti, noto a Sciacca per le esplorazioni all’interno delle grotte del Monte Conio. e per una lunga serie di studi sull’importante fenomeno naturale e scientifico Un personaggio di evelvato spessore che, grazie alle sue esplorazioni con il gruppo degli speleologi triestini, permise di far conoscere il grande tesoro naturale e archeologico che la pancia del nostro monte Kronio contiene.

Un particolare cordoglio esprime la Biblioteca comunale di Sciacca, con il suo direttore. Perotti ha messo a disposizione della Biblioteca tutte le sue pubblicazioni. Alla famiglia Perotti le condoglianze più sentite del Corriere di Sciacca.

Giuseppe Verde, appassionato cultore dei tesori di Sciacca, e autore di importanti pubblicazioni, traccia un ricordo del Comandante Perotti.

Il papà di tutte le imprese compiute dentro il monte Cronio è morto stanotte, a Trieste, nella città dove ha sede la più antica associazione di speleologi in Italia e nel mondo. Giulio Perotti è stato veramente un grande animatore ed organizzatore, un vero studioso polivalente, un innamorato che a novantatre anni scriveva ancora e ancora si interessava alle vicende del Cronio. Uno dei grandi uomini di Sciacca, di cui Perotti era cittadino onorario (insieme all’archeologo Santo Tinè che studiò i vasi ritrovati dentro il Cronio).

Spesso ci sentivamo a telefono per parlare del nostro comune interesse, l’ultima volta una decina di giorni fa, quando un po’ deluso rifletteva come il grande bene della città non fosse ancora adeguatamente valorizzato: la sua voce era però sempre chiara, ferma e squillante, ricca di ironia e saggezza.

Nel passato aveva fatto di tutto per la valorizzazione del più grande complesso di cavità carsiche in Sicilia e del deposito archeologico che meglio di altri luoghi illustra – per la sua continuità stratigrafica – il Neolitico in Sicilia. Le sue pubblicazioni sul Cronio assommano a decine e decine gli articoli giornalistici sull’argomento Cronio, per il quale ha scritto nell’arco degli ultimi cinquant’anni. Una grande eredità ci lascia quest’uomo, in termini di conoscenza e di progresso delle indagini che, dal 1942, la Commissione Grotte “Eugenio Boegan” del Club Alpino Italiano di Trieste ha sviluppato nelle cavità carsiche del Cronio.

Nell’ultimo decennio, all’opera degli speleologi di Trieste, si è affiancata quella dell’Associazione La Venta, ma senza il sacrificio, l’impegno economico, la costanza e la caparbietà nel ricercare risposte alle domande che il Cronio poneva e pone agli studiosi, non ci sarebbe stata la prima e grande fase pionieristica che nel Cronio ha permesso la realizzazione della topografia quasi completa delle grotte, la individuazione e rilevazione dei grandi vasi preistorici in esse depositati, la collaborazione negli scavi archeologici che ha permesso il rinvenimento dei reperti nelle gallerie alte, la catalogazione di tutte le cavità esplorate, lo studio del flusso vaporoso e la costante, amorosa presenza di un vegliardo che per il Cronio si è speso tutto.
Giuseppe Verde

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