“SULLE INDAGINI DI BORSELLINO MANNINO CERCAVA NOTIZIE”. IL FASCICOLO SULLA TRATTATIVA STATO-MAFIA

Bisogna ritornare indietro nel tempo, fino alla primavera del 1992, l’anno delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, in cui morirono Falcone e Borsellino e gli uomini della scorta. C’era molto “movimento” attorno all’ex ministro Calogero Mannino. Gli uomini dei servizi segreti tentavano di avere notizie se dagli interrogatori dei pentiti stiddari, sentiti proprio da Borsellino in Germani, c’erano riferimenti all’ex ministro Mannino.

Sulle pagine di Palermo de La Repubblica, oggi è pubblicato un articolo a firma di Alessandra Ziniti che fa riferimento ad un aspetto che è entrato nel fascicolo sulla trattativa Stato-Mafia, e per la quale c’è un processo in corso. Ma da poche settimane l’ex ministro Mannino è indagato per “violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo, giudiziario”. Tradotto semplicemente vuol dire: trattativa Stato-Mafia.

Secondo quanto riportato da La Repubblica in edicola oggi, i vertici del Ros chiedevano conto e ragione al commissario Rini Germanà a propositi dell’informativa dell’interrogatorio ai stiddari. Nell’informativa spuntavano i nomi dels enatore Vincenzo Inzerillo e Calogero Mannino, in relazione alle minacce arrivate ai giudici del processo dell’omicidio del capitano Basile, e lo stesso Mannino aveva tentano, senza esito, di incontrare Germanà.

Dopo il rifiuto dell’investigatore, arrivò il trasferimento a Mazara del Vallo. Tre mesi dopo l’agguato dal quale si sarebbe salvato per miracolo.

L’ex ministro sembrava “molto interessato ad intercettare in tempo l’eventuale nuovo coinvolgimento nelle indagini riconducibili a Borsellino”, scrive la Repubblica. Sarebbero episodi che farebbero lievitare il nuovo fascicolo aperto su Mannino.

Riferisce sulle pressanti richieste di informazioni su eventuali nuove accuse nei confronti di Mannino è stata Alessandra Camassa, oggi presidente di sezione del Tribunale di Trapani, all’epoca della strage di via D’Amelio era pm a Marsala con Borsellino.

La Repubblica riporta che ai magistrati di Caltanissetta la Camassa ha riferito alcuni particolari della della sera del 19 luglio, quando ricevette una telefonata da Ninni Sinesio, funzionario dei servizi segreti che lei stessa aveva visto diverse volte con Borsellino: “Sinesio- ha riferito- mi fece moltissime domande sulle indagini più recenti di Paolo chiedendomi se si fosse interessato di un personaggio agrigentino che io ritenni potesse essere Calogero Mannino. Chiese anche di Salamone”:

 

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