VITO BONO: “DAL PRIMO FEBBRAIO RITORNERO’ NEL PIENO DELLE MIE FUNZIONI PROFESSIONALI”. LA LETTERA NON LASCIA INTERPRETAZIONI
E’ il penultimo documento che il sindaco Vito Bono, in relazione alla incompatibilità della carica di sindaco e medico convenzionato con il Servizio Sanitario, sottoscrive. L’ultimo è quello inviato al Presidente del Consiglio comunale per comunicare quanto avvenuto nelle ultime ore. Ambedue le lettere sono datate 27 gennaio 2012, ieri.
Scrive al Presidente della Regione, all’assessore alle Autonomie Locali, al Dirigente generale assessorato Alle Autonomie Locali, concludendo: “Anticipo che, allo scadere della sospensione della convenzione che intrattengo con l’Asp di Agrigento, 31 gennaio 2012, ritornerò nel pieno delle mie funzioni professionali, anche se ciò, per l’ordine rassegnato dall’Assessorato, comporterà ilo veni meno nella carica di sindaco”.
Dunque, Vito Bono ha sospeso la convenzione con l’Asp dal 20 gennaio 2012 al 31 gennaio 2012. Allo scadere intende proseguire con la professione di medico convenzionato, dunque, dovrebbe dimettersi. Ma fino al 19 gennaio 2012 ha esercitato la professione di medico convenzionato in parallelo alla carica di sindaco? Si, perchè è stato lui stesso a dirlo in Consiglio comunale, affermando anche di fare il sindaco part time.
La vicenda appare assai controversa, come del resto lo è la vicenda relativa alla verifica politica. Lui dice che è chiusa, i partiti di maggioranza,invece,l dicono che è aperta.
Forse è proprio questo che sta alla base della breve luna di miele tra Vito Bono e gli alleati: mancanza di chiarezza. La corrispondenza tra Vito Bono e l’Assessorato regionale inizia nell’agostoi del 2009. Troppo tempo è trascorso, fino ad arrivare a gennaio 2012, mese nel quale la corripsondenza si fa fitta ed evidenzia ciò che si pensa da tempo: l’incompatibilità. E’ colpa anche di un sistema burocratico che come al solito viaggia ad una velocità da lumaca.
Per Vito Bono ritornare a svolgere unicamente la professione medica è la via più consona. Ha la possibilità di uscire di scena da una vicenda politica che lo ha visto protagonista di continue critiche da parte della maggioranza che sostiene.
Verifiche senza limiti temporali, riunioni senza addivenire ad una conclusione, un consenso popolare ridotto al lumicino, se non tasformato in malcontento collettivo.
Adesso, i tempi si sono ristretti, mettendo in difficoltà anche i partiti che compongono la maggioranza che sono impreparati rispetto a elezioni anticipate a breve scadenza. Ci sono gli equlibri nazionali e regionali da decifrare.
Insomma, per gli alleati la fine della luna di miele era già avvenuta, bisognava programmare modi e tempi per giungere a elezioni anticipate.
Molto probabilmente, Vito Bono, ha lui stesso deciso di staccare la spina, accelerando e facendo emergere la questione dell’incompatibilità, documentata con una fitta corrispondenza con la Regione.
Forse, in questo, ha azzeccato la strategia, anticipando gli alleati e lasciandoli al palo.