TERME: A SCIACCA SILENZIO, A PALERMO PROCEDONO

Sviluppo Italia-Sicilia procede nella stesura del bando pubblico per la privatizzazione. Il territorio non è consultato, nè l’Amministrazione comunale spinge per essere partecipe

Il silenzio che vige in città sulla questione delle Terme è semplicemente vergognoso. Mentre ad Acireale esiste un Forum permanente sulle Terme, www.forumtermediacireale.it , (a cui il Corriere di Sciacca ha aderito e anche l’Associazione l’AltraSciacca) che incalza, denuncia, scrive, qui, nella nostra Sciacca, si discute d’altro. Del dubbio amletico se la verifica politica della maggioranza è chiusa o ancora aperta. Il sindaco è tutto preso dalle letterine (che non fanno spaventare a nessuno) che scrive alla Girgenti Acque. L’assessore Michele Ferrara, con delega alla Terme, aspetta il messia Lombardo che gli ha promesso che “verrà” a Sciacca. Ha dimenticato di precisare l’anno, il presidente Lombardo. Certo, anche la maggior parte della stampa locale sembra dedita a parlare solo di atti vandalici alle Terme, mentre pare in astinenza nel periodo più delicato per il futuro delle nostre Terme quando è vitale accendere i riflettori sulla privatizzazione.

Le forze politiche che compongono la maggioranza sulla questione delle Terme si sono adagiate come la Concordia di fronte il Giglio. Il futuro delle nostre Terme è in “itinere”. A Palermo c’è Sviluppo Italia-Sicilia che sta procedendo a delineare le linee per la scelta dei privati a cui affidare le strutture. Altri stanno decidendo per noi e qui tutto fila in silenzio…

Giunti a questo punto, sospettare una sorta di “connivenza” tra le parti politriche non è più peccato. Il tempo trascorre e il percorso della privatizzazione sta giungendo alla fine. Quando tutto sarà deciso (questione di poche settimane) è chiaro che non ci sarà più nulla da fare. Ora o mai più.

Il Corriere di Sciacca e l’AltraSciacca continuano in sinergia a tenere alta l’attenzione sulle Terme. Sono documenti che rimarranno nella memoria dei saccensi, in modo tale che sarà chiaro chi nel disegno politico della privatizzazione delle Terme ha dato la propria pennellata.

Intanto, a beneficio dei nostri Amministratori, dei nostri consiglieri comunai, dei nostri politici, poniamo alcune domande di riflessione. Non ci illudiamo di attendere la risposta del sindaco, perchè non risponderà, e il primo cittadino sa che a noi risposte superficiali non se ne danno.  

Cinque domande per la nostra classe politica.

1.l’affidamento della gestione ai privati, cioè la cosiddetta “privatizzazione sostanziale”, dovrà avvenire mantenendo l’unitarietà del complesso aziendale o favorendo la sua disarticolazione in più aree di business, distinte fra loro (“unità o spezzatino”? per utilizzare due termini largamente usati nel gergo giornalistico)?

2.qual è il valore reale dei cespiti aziendali delle Terme di Sciacca e quale potrebbe essere il prezzo di cessione ai privati? E il prezzo di cessione da cosa dipenderà? Dal valore attuale (su cui interferisce pesantemente l’esito della liquidazione) o dal valore prospettico che tali cespiti potrebbero avere, tenuto conto degli investimenti di cui qualcuno (o il soggetto pubblico, in fase di dismissione, o i privati, in fase di subentro) dovrebbe farsi carico?

3.l’attuale modello di business delle Terme di Sciacca, prevalentemente orientato ad un termalismo tradizionale e convenzionato, è compatibile con i nuovi orientamenti del turismo della salute e del benessere termale che si stanno rapidamente affermando nel mercato nazionale ed internazionale? Se non dovesse essere adeguato, quali sarebbero i costi da sostenere per un suo adeguamento al “nuovo”? 4.il riposizionamento, interpretabile anche come rilancio, delle Terme di Sciacca – che spetta indubbiamente alla Regione, poichè le Terme sono regionali – dovrà avvenire in modo indipendente, o in qualche misura collegato, ad una progettualità del territorio (leggasi Comune e Provincia) sulla valorizzazione della vocazione turistica di questa area?

5.dato che l’attuale società di gestione (Terme di Sciacca SpA) è in liquidazione, quale e come dovrà essere il “contenitore” che gestirà le nuove Terme? Sarà una nuova società, di cui saranno soci la Regione (proprietaria dei beni demaniali) e i privati? O sarà soltanto una società privata cui la Regione affiderà in concessione la gestione degli stabilimenti e degli altri cespiti?

Si tratta dei principali interrogativi tecnici, ai quali – nel progetto cui sta lavorando presumibilmente l’advisor Sviluppo Italia Sicilia – si dovrà comunque dare una risposta. Probabilmente, altri interrogativi emergeranno in fase di valutazione. Ovviamente, alcuni di questi interrogativi tecnici hanno pure contenuto e valenza politici.

E’ su questo versante, infatti, che vanno valutati gli eventuali effetti positivi derivanti sia dall’approvazione di una legge regionale sul riordino del sistema termale in Sicilia sia dalla attivazione di un distretto produttivo sul termalismo. Entrambe le iniziative – la legge e il distretto – sono in itinere presso l’Assemblea Regionale Siciliana e il Governo Regionale. Inoltre, non sono neutrali ai fini della valutazione delle alternative (unità o spezzatino?) sia le modalità di svolgimento che gli esiti delle due liquidazioni in atto. In questa fase, pertanto, occorrono grande prudenza e massima attenzione, unite ad una continua interlocuzione con i territori locali (istituzioni e società civile) che potrebbe risultare utile a prospettare l’eventualità di altre alternative finora non esplorate.

Noi aspettiamo ancora, dal luglio dello scorso anno, l’assessore all’Economia Gaetano Armao. Lo attendiamo a Sciacca anche senza auto blù e lampeggiante.

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