MESSINA E TURCO LANCIANO LA SFIDUCIA A VITO BONO

Il cammino è arduo perchè occorrono 20 consiglieri comunali per approvarla

Italia dei Valori ha annunciato la presentazione della mozione di sfiducia al sindaco Vito Bono. Lo ha fatto nella conferenza stampa svoltasi ieri, insieme al consigliere comunale Pippo Turco e ai dirigenti locali Petrusa e Lucchesi Palli.

Il parlamentare Ignazio Messina, ex sindaco di Sciacca, a suo tempo sfiduciato, lancia un messaggio all’opposizione: “Non ci si può limitare a criticare l’operato della Giunta, è arrivato il momento per dire basta”.

Insomma, Messina sprona Pdl, Forza del Sud, Sciacca al Centro, Forza Sciacca, Pid, a fare quadrato e ad avere il coraggio di “salvare la città da un’Amministrazione incapace di amministrare e che le sta facendo un enorme danno”. Turco e Messina rincarano la dose: “Ci assumiamo la responsabilità di dire che le cose non vanno affatto bene mettendo a disposizione del Consiglio comunale l’atto formale della sfiducia. Ma il cammino della mozione di sfiducia non è facile, tutt’altro.

Necessitano 12 firme di consiglieri comunali per far inserire nell’ordine del giorno la mozione di sfiducia. Poi occorrono la votazione a favore dei due terzi dei consiglieri comunali, cioè 20. E questa cifra non è a disposizione dell’opposizione, anche se si fa la conta dei “malpancisti” il numero sale vertiginosamente. Ma gran parte della maggioranza, pur se in posizione di chiara critica nei confronti “della stasi dell’attività amministrativa”, alla conta non sarà disponibile, almeno per il momento, a votare la sfiducia al sindaco Vito Bono.

Diversamente, invece, l’opinione pubblica, che appare sostanzialmente d’accordo con l’iniziativa assunta da Italia dei Valori. Forse i tempi non sono ancora maturi per tutta l’opposizione presente in Consiglio comunale, ma il sasso nello stagno è stato gettato.

Potrebbe essere la spinta, da parte dell’opposizione, per lanciare una raccolta di firme tra la cittadinanza. Il centrodestra non sembra, però, intenzionato ad accorciare i tempi del mandato sindacale di Vito Bono, e tende a “far cuocere l’Amministrazione nel pentolone della polmiche e delle inefficenze fino alla fine del mandato”.

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