MORTE ACCURSIO LA BELLA: COMINCIA IL PROCESSO PER OMICIDIO COLPOSO
Imputati i dipendenti comunali Gaspare Giarratano e Giuseppe Liotta che hanno scelto rito ordinario
Prima udienza al Tribunale di Sciacca, del processo con rito ordinario relativo all’incidente sul lavoro in cui perse la vita l’operaio saccense Accursio La Bella. Sono state espletate le procedure di rito con la costituzione delle parti civili e l’ammissione delle prove. Il giudice monocratico Cinzia Alcamo ha poi aggiornato l’udienza al 9marzo 2012.
Gli imputati sono Giuseppe Liotta e Gaspare Giarratano, entrambi dipendenti del Comune di Sciacca, rispettivamente responsabile dei lavori e coordinatore della sicurezza. Si vanno ad aggiungere ad Antonio Zelanda e Giampietro Ganci della ditta Albesco che hanno optato per il rito abbreviato in corso di discussione; Per tutti, il capo di imputazione è di omicidio colposo. La vedova e i genitori dello sfortunato operaio si sono costituiti parte civile e sono rappresentati dal penalista Giovanni Vaccaro.
Il fatto accadde la mattina del 3 dicembre del 2008, in località Stazzone. Accursio La Bella si trovava all’interno del fossato lungo il quale doveva essere collocata la conduttura fognaria. Secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti, una parte dell’asfalto della strada, franando, rovinò sul corpo di La Bella procurandogli lo sfondamento toracico.
Nell’altro troncone del processo, quello che si svolge con il rito abbreviato e che si sta avviando alla conclusione, il Pm Alellandro Moffa, al termine della sua arringa, ha chiesto queste condanne:
2 anni e 4 mesi per Antonio Zelanda, e a 2 anni e 2 mesi, considerate la diminuente del rito abbreviato per Giampietro Ganci, ambedue di Palermo e rispettivamente di anni 49 e 56. I due sono alle dipendenze della ditta Albesco che sta completando i lavori della rete fognaria di Sciacca. Il primo capo cantiere, il secondo direttore tecnico.
La parte civile, rappresentata dall’avvocato Giovanni Vaccaro e dall’avvocato Leonardo Palagonia, quest’ultimo per il fratello della vittima, Giuseppe Maniscalco La Bella, ha chiesto un risarcimento danni per complessivi 2 milioni di euro. Per il fratello della vittima 80 mila euro. L’avvocato Giovanni Vaccaro, ha chiesto per la vedova un danno patrimoniale di 890.083,70 che dedotto dalla rendita vitalizia dell’Inail, risulta pari a 400 mila euro. Un danno non patrimoniale pari a 361 mila euro per la vedova, e a 369 mila euro per ognuno dei due figli. Il penalista Vaccaro, ha anche chiesto il danno jure ereditatis pari a 500 mila euro. Per quanto riguarda i genitori della vittima, il risarcimento del danno richiesto è di 192 mila euro per ciascuno dei genitori, e di 104 mila euro per la sorella.