PROCESSO “CLINKOIL”: PENE RIDOTTE IN APPELLO. COINVOLTI IMPRENDITORI E IMPRESE DI BURGIO
Nell’operazione coinvolti imprenditori di Burgio e le società “Conglomerati” e la “G.S. Calcestruzzi”. Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza e la Procura di Sciacca
La prima Sezione penale della Corte di Appello di Palermo, ha ridotto, in parziale riforma della sentenza di condanna pronunciata dal Tribunale di Sciacca appellata dagli imputati, le pene inflitte nel seguente modo: Giuseppe Miceli , 5 anni di reclusione (5 anni e 5 mesi); Calogero D’Avilla, Giuseppe Vincenzo D’Avilla, Vincenzo D’Avilla , 5 anni e 9 mesi (6 anni e 6 mesi); Mario D’Avilla , 3 anni e 6 mesi (4 anni e 4 mesi). La Corte di Appello ha confermato le pene inflitte in primo grado a Rosa D’Avilla , 2 anni, e a Rosario Messina , 3 anni. Inoltre, ha sostituito nei confronti di Calogero, Giuseppe Vincenzo e Vincenzo D’Avilla la pena accessoria ell’interdizione perpetua dai pubblici uffici con quella dell’interdizione temporanea dagli stessi per cinque anni. Il Tribunale di Sciacca aveva assolto Lucia Miccichè, consulente fiscale di Agrigento.
L’operazione “Clinkoil”, condotta dalla Guardia di Finanza di Sciacca e coordinata dall’allora procuratore capo Bernardo Petralia e dal sostituto Salvatore Vella, iniziò nel 2003 e culminò il 12 dicembre 2005 con la notifica di misure di custodia cautelare per 7 degli 11 indagati. Per l’accusa, avrebbero sottratto il patrimonio di società fallite trasferendolo ad altre aziende “amiche”. Coinvolte la “Conglomerati” e la “G.S. Calcestruzzi”.
Giuseppe Miceli è stato difeso dall’avvocato Giuseppe Trafficante (Pa), Vincenzo Gallina dall’avvocato Claudio Montana Gallina, Rosa e Vincenzo Giuseppe D’Avilla dall’avvocato Aldo Rossi, Rosario Messina dall’avvocato Diego Galluzzo (Ag), Calogero D’Avilla dall’avvocato Giovanni Vaccaro, Mario D’Avilla dall’avvocato Castellana.