VARIANTI URBANISTICHE: COSA ACCADRA’ STASERA ?
Stasera nuova seduta del consiglio comunale con all’ordine del giorno la trattazione e l’approvazione di tre varianti urbanistiche riguardanti la realizzazione di strutture commerciali di media grandezza. Il tema da quasi due mesi blocca l’attività del consiglio comunale a causa di una diversa valutazione del caso all’interno dei partiti che compongono la maggioranza. Le sedute con all’ordine del giorno le varianti allo strumento urbanistico sono andate a vuoto, è sempre mancato, oppure è caduto a seduta in corso, il numero legale e una nuova fumata nera darebbe il via alle procedure per l’invio dei commissari ad acta da parte della Regione. La locale Confcommercio, da sempre contraria alla politica delle grandi strutture commerciali in una città che tra le altre cose non è dotata di un piano regolatore e di un piano commerciale, ha voluto rivolgere un forte richiamo al “senso di responsabilità” di tutti i consiglieri comunali, affinché si eviti di rendere nulle le prossime sedute del civico consenso, facendone mancare il numero legale, ed invece avviare la discussione politica dichiarando le singole posizioni alla città. Una sorta di raccomandazione per evitare di “rendere dichiarazioni di merito e poi risultare assenti in aula”, con riferimento a quanto si dice in giro prima e dopo le sedute. Sul piano politico, la questione non è stata chiarita, oggi n aula si va con il punto interrogativo, molti nei due schieramenti non sanno cosa fare e la vicenda è gestita anche in maniera tattica dai partiti. C’è però aria di chiarimento all’ultimo momento, di possibile accordo tra i vari partiti che sostengono il sindaco Vito Bono, il quale continua ad affermare la “libertà di voto” sulle questioni urbanistiche. Nel Pdl è stato invece Mario Lazzano a lanciare “messaggi” chiari ai consiglieri del suo partito, invitati a tenere “gli occhi bene aperti” sulle varianti urbanistiche: “Io mi auguro che non si finisca con il cambiare destinazioni di terreni in agricolo, che diventa edificabile e/o agricolo che diventa commerciale – dice Lazzano – la città è stanca di queste varianti estemporanee, la città vuole il Piano regolatore e lo aspetta sin dal 1973”.