TASSA DI SOGGIORNO: AGRIGENTO RINUNCIA, SCIACCA CI PENSA SU

L’amministrazione sentirà gli albergatori, ma coinvolge anche il Consiglio comunale

Massima cautela, in città, nei commenti sui contenuti del federalismo amministrativo che permettono anche ai piccoli Comuni di istituire una tassa di soggiorno. Dopo il no del sindaco di Agrigento Marco Zambuto, tocca alle forze politiche saccensi confrontarsi su quella che viene considerata una strada utile per aiutare le casse in difficoltà di un Comune a prevalente economia turistica: “Io sono d’accordo su una tassa di soggiorno – ci dice l’assessore comunale al turismo Michele Ferrara – ma deve essere l’intero consiglio comunale ad esprimersi, la mia valutazione su questo provvedimento è positiva, ma occorre sentire cosa ne pensano gli albergatori”. Le norme sul federalismo amministrativo prevedono infatti che i Comuni hanno la facoltà di applicare una tassa specifica di soggiorno (fino ad un massimo di 5 euro a persona) ai visitatori che pernottano nelle strutture ricettive, finalizzata ad impinguare le casse comunali ulteriormente immiserite per i non più previsti trasferimenti finanziari dello Stato. Alcuni giorni fa qualche dubbio lo manifestava lo stesso assessore comunale alle finanze Fabio Leonte. Poi c’è stata la dichiarazione del sindaco di Agrigento Marco Zambuto, che ha confermato come il suo Comune non si avvarrà dell’opportunità offerta dalla legge sul decentramento amministrativo e pertanto non si procederà ad applicare alcuna tassa di soggiorno ai turisti che visiteranno la città. A Sciacca non siamo ancora entrati nel vivo di questa opportunità, ma pare che anche gli albergatori saccensi siano pronti a manifestare il loro dissenso.

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