ELEZIONI COMUNALI E RIFLESSI DELLA SCISSIONE PD SU SCIACCA
Editoriale di Filippo Cardinale
C’è un riverbero della scissione del Pd sul quadro politico ed elettorale di Sciacca? Sembra una questione lontana dalla città, ma così tanto non sembrerebbe. E’ vero che anche a Sciacca esiste già una demarcazione, in Consiglio comunale, tra Pd e Sinistra Italiana (prima Sel), ma il tema attuale che ha coinvolto il Pd si riflette anche sulla realtà politica saccense. Senza dimenticare che un’ulteriore scissione è già avvenuta nell’area della sinistra. La nascita del movimento Mizzica è essa stessa l’espressione di una rottura causata dalla delusione di giovani non ascoltati dalla classe dirigente locale del Pd.
Oggi, i consiglieri comunali del Pd sono 7. La stragrande maggioranza è renziana, la più marcata è quella rappresentata dai consiglieri Settecasi, Catanzaro e Augello. Vicino all’area renziana sono anche Simone Di Paola, il cui riferimento politico è la deputata nazionale Maria Iacono, e Vincenzo Bonomo. Vincenzo Sabella è nell’area della minoranza, quella che contesta Renzi. Poi c’è l’ex deputato regionale Vincenzo Marinello, vicino al deputato nazionale Angelo Capodicasa (ma da qualche tempo è difficile decifrare Marinello, anche perché è apparso distante dalle cose politiche), quest’ultimo di certo non renziano e rappresentante della vecchia nomenclatura del partito.
La scissione del Pd porta linfa vitale alla cultura cattolica e moderata che gravita attorno al centrosinistra saccense. L’ex cantiere Popolare, oggi renziana di ferro, Sciacca Democratica di Nuccio Cusumano, contengono il profilo della cultura dell’ex balena bianca. Questa cultura oggi prevalente nel centrosinistra saccense, allargata dal supporto di Sicilia Futura con i deputati regionali Michele Cimino e Salvatore Cascio, di ulteriore estrazione cattolica e moderata, potrebbe aprire nuovi orizzonti in vista delle prossime consultazioni amministrative.
Questo elemento di novità, insieme ad un atteso segnale dell’area del centrodestra, può gettare le basi per la costruzione di un ponte che collega le parti politiche che sino ad oggi si sono contrapposte. Insomma, può aprirsi il ventaglio politico all’insegna di una visione improntata sul civismo. Questa è una seconda condizione per realizzare una novità politica che fronteggi la propagazione di candidati sindaco.
E’ matematicamente provato che la candidatura di oltre tre sindaci alza in modo esponenziale la certezza di arrivare al ballottaggio. Il secondo turno non avrebbe storia, anche per l’assenza dell’effetto trascinamento delle liste. Sarebbe quasi scontata la vittoria dei grillini. La competizione elettorale a Favara e a Porto Empedocle docet. La visione di una sonora sconfitta persistendo la contrapposizione politica tra centrosinistra e centrodestra è molto reale, e questo i politici lo percepiscono.
Tuttavia, c’è ancora un terzo elemento che si erge a freno di una ipotesi politica che, incanalandosi sul solco del civismo, possa allargare l’orizzonte politico finora contrapposto. Un elemento fondante per erigere il ponte tra le due parti politiche finora contrapposte in Consiglio comunale sta nella decisione di Fabrizio Di Paola circa la sua ricandidatura. Una eventuale replica, cosa alla quale noi non crediamo, bloccherebbe di fatto l’apertura del ventaglio politico. Il curriculum politico di Fabrizio Di Paola è all’attivo. Dal punto di vista del consenso elettorale, le sue competizioni, sia a livello locale, provinciale che regionale, hanno dimostrato la forte capacità del penalista saccense. Se non è approdato a Sala d’Ercole è solo colpa di un complotto politico ben organizzato da parte di politici ormai andati in soffitta, qualcuno in malo modo, che erano vicini a lui, i quali hanno replicato la sindrome dell’effetto del biblico gallo. Si è misurato nella scorsa campagna elettorale locale e ha vinto. Una eventuale replica di candidatura con risultato negativo (assai probabile) muterebbe sostanzialmente il profilo di Di Paola, da vittorioso a perdente. Le sue azioni politiche , nel caso di una sconfitta, crollerebbero. Il suo valore nominale politico subirebbe l’effetto negativo.
Ancora un elemento da considerare affinché possa concretizzarsi l’allargamento politico. Il profilo del candidato sindaco che possa fare da cerniera alle due parti politiche tradizionali deve essere incontaminato da responsabilità, anche indirette, con l’amministrazione comunale. Ciò significa che l’eventuale proposizione della candidatura dell’attuale presidente del Consiglio dovrebbe essere congelata.
A questo punto, entra in gioco l’altro lato del ventaglio politico. Riuscirà il centrodestra a lanciare dei segnali che possano essere colti come novità? A questo punto, il centrodestra potrebbe condividere un’ipotesi politica allargata, prospettando anche un profilo di candidato che abbia il taglio tranciante rispetto alle responsabilità di governo dell’amministrazione che volge al termine. Il centrodestra punta sulle liste e immagina la sommatoria di Ncd, Forza Italia, Progetto Sciacca, Sciacca al Centro. Ma questo scenario è datato cinque anni fa.
Le cose, nel frattempo, sono mutate di parecchio e riproporre operazioni matematiche in un contesto parecchio mutato potrebbe rivelarsi come un’amara Waterloo. Sono mutate rispetto, soprattutto, alla sindrome del ballottaggio associata alla presenza dei grillini. Machiavelli, in tal senso, potrebbe ispirare le due forze politiche tradizionali.
Per quanto riguarda il centrosinistra, non passa inosservato il silenzio di Nuccio Cusumano. Eppure, è stato lui e la sua Sciacca Democratica ad anticipare le mosse in autunno, in occasione della convention organizzata alla Badia Grande. E’ stato lui a lanciare l’esigenza di un progetto basato sul civismo. Eppure, mai come oggi, il centrosinistra saccense è di predominante impronta cattolica e moderata. Un’identità, questa, comune ad ambedue gli schieramenti che si sono contrapposti.