ELEZIONE SINDACO, SOLITA MUSICA: PARTITI IMPEGNATI SUL NOME E NON SUL PROGRAMMA

Editoriale di Filippo Cardinale

 

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Il lupo è la politica locale, il pelo è la capacità dei politici di vestirsi di un falso nuovismo, il vizio è sempre uguale: pensare sempre ed esclusivamente alla nomenclatura. Eppure, conversando con qualche autorevole politico locale, egli non mancò di sottolinearmi come si sarebbero mossi primariamente sul programma di sviluppo della città. Poi, attorno al programma si sarebbe individuato il candidato sindaco, insieme alla squadra assessoriale, in grado di dare seguito all’idea di una Sciacca capace di traguardare importanti e concreti obiettivi per i prossimi anni. Ma siccome il lupo perde tutto tranne il vizio, ecco che tale difetto arriva puntuale come una cambiale. Ovviamente, ogni regola ha la sua eccezione.

Oggi, l’eccezione è rappresentata dal movimento Mizzica. Una formazione culturale-politica formata da giovani che si sono impegnati, già da tempo, a elaborare idee da proporre ai saccensi. Idee che nascono attraverso la costituzione di laboratori, ognuno dei quali sviluppa un’idea su temi specifici. Fatta questa sottolineatura, ne segue un’altra. Sono giovani da apprezzare poiché hanno dimostrato che tale fascia di età è dedita anche all’interesse della cosa pubblica e non solo alle goliardie. Il loro impegno è senz’altro da plauso e porta la politica al centro dell’interesse della copmunità. Lamentarsi rimanendo dietro le persiane a guardare serve a poco. E questa è una pratica abbastanza diffusa a Sciacca.

Terminata questa premessa, passiamo al dunque. Mancano quattro mesi allo svolgimento delle elezioni comunali. Nessuna formazione politica fino ad oggi, tranne l’eccezione di cui sopra, ha promosso dibattiti il cui contenuto è incentrato sulla Sciacca che vogliamo. Quale idea di sviluppo per Sciacca per i prossimi 20 anni? Nessuna. Una programmazione efficace e concreta si basa sulla scorta di un periodo medio-lungo. Non può basarsi, certamente, su cinque anni. La città ha bisogno di una svolta, ed essa non si materializza con i soliti programmi frutto di un copia e incolla frettoloso, di un programma con enunciazioni generiche, spesso banali, sovente inefficaci. Sia centrosinistra che centrodestra sono impegnati a dipanare una matassa difficile. Ambedue gli schieramenti sono impegnati a individuare il candidato sindaco.

Il centrodestra è alla fonda in attesa delle decisioni del sindaco Di Paola che, con fine strategia, ritarda il responso del quesito: si ricandida o no? Il centrosinistra vive nel suo perenne labirinto di incertezza ed è impegnato a ricomporre le varie componenti. Sia centrosinistra che centrodestra, ovviamente, occupano il tempo alla ricerca del candidato, delle alleanze. Ambedue, ovviamente, non si concentrano sul programma. Cioè quello strumento che deve essere la stella polare che i partiti devono seguire ancor prima della scelta del nome del candidato.

Anche il Movimento 5 Stelle, novità attesa per l’imminente competizione elettorale, non sta brillando su questo aspetto. I grillini, sia la parte ortodossa che moderata, sono impegnati con la lettura dei curricula degli aspiranti candidati. Una procedura complessa e lunga. Eppure, è da questa forza politica che si attende con più curiosità la svolta programmatica. Fare protesta è compito facile, offrire una proposta credibile e innovativa è cosa difficile come andare per la neve con un paio di mocassini.

Alla fine, siamo convinti che i programmi elettorali che verranno presentati saranno un déjà vu. Auspichiamo di sbagliarci e di rimanere stupiti positivamente dalle proposte dei partiti. Vorremmo, però che il saccense sovente al lamento da bar, circoli e Facebook, fosse davvero costruttivamente critico. A lui affidiamo l’auspicio che possa davvero scegliere sulla scorta di seri e concreti programmi da parte di chi intende governare Sciacca con la promessa di un reale cambiamento.

L’arma efficace è la matita. Nelle cabine elettorali si recheranno i saccensi che disporranno di tale arma. Ma soprattutto della capacità di comprendere su quali binari la politica saccense vuol far viaggiare la Sciacca del futuro.

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