VICENDA CALCESTRUZZI BELICE: CAPODICASA, IACONO, ZAPPULLA, PRESENTANO INTERPELLANZA AL GOVERNO

I parlamentari nazionali del PD , Angelo Capodicasa, Maria Iacono e Giuseppe Zappulla, hanno presentato una interpellanza al Presidente del Consiglio Gentiloni , al Ministro dell’Interno Minniti, e al Ministro per la coesione territoriale ed il Mezzogiorno De Vincenti, sul caso della società “Calcestruzzi Belice s.r.l” di Montevago.

La struttura è attualmente in confisca definitiva dei beni e con gli amministratori diffidati a compiere ogni attività aziendale.

“Undici lavoratori verranno a perdere il loro posto di lavoro per motivi che, ad uno sguardo superficiale, non appaiono essere insormontabili- scrive l’onorevola Angelo Capodicasa. L’eventuale chiusura definitiva dell’attività della Calcestruzzi Belice, oltre a comportare un serio danno all’economia della zona, sancirebbe l’ennesimo episodio di sconfitta dello Stato nella gestione dei Beni sequestrati alla criminalità organizzata con ripercussioni notevoli anche sul fronte della lotta alla mafia che non può tradursi in danno alle popolazioni ed ai lavoratori indirettamente interessati”.

Capodicasa fa riferimento anche alla disponibilità del Cardinale Montenegro, vescovo di Agrigento, di intervenire “con le già sparute risorse della Curia insieme a Don Ciotti per conto dell’associazione “Libera”, per ripianare, come atto di solidarietà, il debito di circa trentamila euro con l’Eni”, e ciò “se da una parte dimostra ed esalta la sensibilità sociale della Chiesa agrigentina e di “Libera”, dall’altra suona come monito e critica severa alle Istituzioni dello Stato per l’incapacità a risolvere un problema, che pur nella modestia delle cifre, ha risvolti sociali pesanti per la piccola comunità di Montevago e refluenze importanti per l’immagine dell’azione di contrasto alla mafia condotta dallo Stato”.

Per capodicasa, il Governo deve affrontare direttamente il problema e prendere iniziative immediate per scongiurare la chiusura della Calcestruzzi e salvare così posti di lavoro e risorse economiche per l’area della Valle del Belice e garantire la credibilità della lotta alla mafia come lotta, al contempo, di legalità e di sviluppo. “

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