Poche piogge e dighe con insufficiente volume d’acqua, si prospetta una stagione dura per l’agricoltura. E non solo

Le piogge non sono state così abbondanti da riempire gli invasi. E l’inverno ormai è alle spalle con l’ingresso della primavera. La criticità idrica si ripropone con l’aggravante che forse sarò peggio dello scorso anno. Preoccupatissimi sono gli agricoltori che sperano che piova. Se così non fosse, considerati i volumi d’acqua invasati nelle dighe, in estate i produttori avranno serie difficoltà, più dell’anno scorso. I bacini in questione sono il Garcia nel Palermitano e l’Arancio nell’Agrigentino, che servono anche la provincia trapanese. Le aziende agricole più colpite sono quelle che coltivano olive da mensa e arance. I 18 e gli 8,5 milioni di metri cubi di risorsa idrica contenuti, rispettivamente, nel Garcia e nell’Arancio, con ribassi del 21 e del 47% rispetto a 12 mesi fa. E già i livelli di tutti gli invasi siciliani erano quasi vuoti. I volumi invasati nei due impianti e in generale nei bacini della Sicilia occidentale – meno pieni rispetto a quelli del versante orientale dove ha piovuto di più – sono al centro delle preoccupazioni della task force regionale anti-siccità, che sta valutando l’ipotesi di una diminuzione nell’approvvigionamento idrico in particolare dall’impianto di Garcia, per allungare le disponibilità della diga fino a gennaio 2026, in previsione del consumo d’acqua potabile estivo. Preoccupato lo è anche il commissario straordinario nazionale per l’emergenza idrica, Nicola Dell’Acqua: “il Meridione e le isole hanno per i bacini una situazione peggiore dell’anno scorso e la prossima estate sarà particolarmente dura”. Preoccupati i produttori di arance dell’agrigentino serviti dal lago Castello, che è più o meno ai livelli di marzo 2024, quando la siccità cominciava a stressare gli alberi. La pioggia invernale ha sì aiutato le piante a riprendersi, ma senza ulteriori precipitazioni c’è il pericolo di replicare la crisi della scorda estate. E se l’agricoltura piange, i cittadini certamente non ridono. La crisi idrica vissuta lo scorso anno è assai probabile si possa replicare con turni di erogazione dell’acqua per uso civico che saltano.