Nel litorale di Menfi marcia indietro dell’Unione dei Comuni dopo lo stop alla musica “tascia”
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Non poca ilarità e qualche polemica nel Belice per una delibera dell’Unione Comuni “Terre Sicane” che comprende anche Santa Margherita, Sambuca, Montevago e Caltabellotta
MENFI. I sindaci agrigentini dell’area del Belice approvano un progetto per la valorizzazione turistica e culturale del territorio, ma dopo pochi giorni fanno marcia indietro e lo cancellano. In quella delibera destinata alla promozione del territorio c’erano evidenti discriminazioni culturali di cui nessuno si era accorto. La delibera della giunta dell’Unione dei Comuni “Terre Sicane” in queste ore viene sostituita con un’altra che contiene delle correzioni. L’atto censurava la musica techno e quella con ritmi definiti “ipnotico-ossessivi”, ma anche quella che come scritto nella prima stesura dell’atto, è stata etichettata come “tascia”, a beneficio della musica classica, blues, jazz, folk, rock e country, identificata come “colta”. Il progetto è stato redatto dal sindaco di Santa Margherita Belice Gaspare Viola e destinato, in particolare, alla zona balneare di Menfi, che nei mesi estivi è anche meta della popolazione delle altre città belicine del versante agrigentino. Viola, che più volte ha manifestato la sua profonda conoscenza musicale, per identificare la musica che nei locali pubblici non bisogna diffondere, ha usato il termine “tascio”. Il suo intento era chiaro, ma poco burocratico nel contesto di un atto pubblico. La delibera è stata firmata anche dai sindaci di Menfi, Sambuca di Sicilia, Montevago e Caltabellotta, tutti facenti parte dell’Unione. Quando hanno fatto notare la “licenza poetica” dei contenuti e la evidente discriminazione musicale, tutti hanno condiviso la necessità di rivederla. Verrà riproposta, mantenendo i contenuti generali che conducono ad una promozione dell’immagine e dell’identità complessiva del territorio, ma saranno cassati alcuni aspetti contestati: sia la musica, che negli intenti doveva essere solo quella di Radio Rai Tre, che com’è noto ha un palinsesto selettivo di musica sinfonica e jazz e programmi di intrattenimento su letteratura e cinema. Ma c’era anche, un altro aspetto su cui si era sorvolato: la previsione di disponibilità solo di determinati quotidiani cartacei nazionali.