Tari alle stelle: una soluzione per ridurre i costi attraverso l’imposta di Soggiorno. Il contribuente saccense ha visto sempre lievitare la bolletta

La Sicilia ha la TARI (Tassa sui rifiuti) tra le più alte d’Italia. A Sciacca, come in molte altre città, il costo del servizio rifiuti è insostenibile per molte famiglie e imprese. Una possibile soluzione potrebbe consistere nell’utilizzare gli introiti dell’imposta di soggiorno per finanziare una parte del servizio, abbattendo così le tariffe per i cittadini

SCIACCA- Parole, parole, soltanto parole. Una canzone della divina Mina in duetto con Alberto Lupo è più che mai attuale specie nella nostra città dove, appunto, le parole si sprecano (tanto non costano nulla) e i cittadini assorbono senza fiatare. E’ il caso della TARI, la tassa sulla monnezza che pesa sempre di più sul bilancio familiare dei contribuenti saccensi. Eppure, come si fa a scordare le parole, soltanto parole e niente altro che parole del boss della Sogeir che, tale Vincenzo Marinello di etichetta Pd, autoesaltandosi per la gestione della raccolta dei rifiuti, prometteva sconti, riduzioni, ricchi premi? Menomale che non ha aggiunto, alle collodiane serie di bugie, l’all inclusive con l’omaggio di set di pentole. Nulla è servito a ridurre la TARI, neanche i proclami dei vittoriosi premi di comuni ricicloni. I cittadini di Sciacca si trovano a fronteggiare una delle tariffe TARI più alte del Paese. Un dato, quello saccense, che si inserisce in un quadro più ampio della Sicilia, e che etichetta la TARI tra le più alte d’Italia. La crescente difficoltà nel pagamento della tassa ha portato il Comune ad intraprendere azioni di accertamento per verificare il corretto versamento della tassa negli anni precedenti, azioni che, in caso di riscontri negativi, sfoceranno nelle procedure di riscossione coattiva. In questi giorni, infatti, sono numerosi gli avvisi di accertamento che il Comune sta inviando a chi non ha pagato correttamente la tassa negli anni 2019 e 2020. Questi avvisi prevedono il pagamento esclusivamente tramite bollettino PagoPA, senza alcuna possibilità di rateizzazione, rendendo ancora più complesso il pagamento per i cittadini già in difficoltà economica. Una situazione che, oltre a gravare sul bilancio delle famiglie, ha il potenziale effetto di appesantire ulteriormente l’economia locale già provata dalle difficoltà quotidiane.

Una possibile soluzione

Potrebbe essere quella di destinare parte degli introiti derivanti dall’imposta di soggiorno per finanziare una parte del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, in conformità con la normativa vigente. La Legge di Stabilità 2014 (Legge 147/2013, art. 1, comma 683) prevede, infatti, che le entrate derivanti dall’imposta di soggiorno possano essere utilizzate anche per finanziare il miglioramento dei servizi pubblici locali, tra cui il servizio rifiuti. Utilizzare queste risorse per coprire parte del costo del servizio rifiuti consentirebbe al Comune di abbassare la tariffa TARI per i cittadini, rendendo il servizio più accessibile e sostenibile. Si tratterebbe di un intervento che risponderebbe sia all’esigenza di migliorare la qualità del servizio che di alleggerire il peso economico a carico delle famiglie e delle attività commerciali. Un sistema che penalizza le aree con meno infrastrutture. Il problema non è solo locale, ma riguarda un modello nazionale di finanziamento che penalizza particolarmente le aree meno sviluppate. Il sistema attuale prevede che il costo del servizio venga ribaltato interamente sugli utenti, senza considerare le difficoltà legate a territori che mancano di infrastrutture adeguate. In particolare, nei luoghi dove gli impianti di trattamento sono insufficienti o obsoleti, la gestione dei rifiuti diventa più costosa. Questo sistema comporta che, laddove i servizi sono meno efficienti o non completamente attivi, le tariffe per i cittadini salgano, generando un circolo vizioso che ha effetti negativi tanto sul servizio quanto sulle tariffe. Lo stesso accade per il servizio idrico, dove la carente rete di distribuzione e le difficoltà nel trattamento delle acque determinano una gestione più costosa, che incide sulle bollette degli utenti.

In tale contesto, risulta evidente la necessità di un intervento legislativo che introduca un sistema di perequazione. Un meccanismo che permetta a quei territori che non sono in grado di garantire standard ottimali di servizi (a causa di carenze infrastrutturali) di accedere a fondi pubblici, regionali o statali, per abbattere i costi di gestione e alleggerire così l’onere delle tariffe sui cittadini. La possibilità di utilizzare la tassa di soggiorno per contribuire al finanziamento del servizio rifiuti a Sciacca rappresenta una soluzione concreta per ridurre la pressione sulle famiglie e sui commercianti, creando un circolo virtuoso che potrebbe migliorare la qualità del servizio e contribuire al benessere della comunità. E’ questa una soluzione possibile che i consiglieri comunali potrebbero praticare. Specie quella parte dell’opposizione più sensibile a lanciare messaggi ai cittadini di un cambio di rotta, partendo dalle riduzioni delle bollette di servizi quale è quello della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Un intervento che eviterebbe di intaccare l’erogazione di servizi essenziali per i cittadini, cosa che avverrebbe con quella strampalata idea di ridurre il gettito Imu di 1.7 milioni di euro, mandando in aria il bilancio comunale. L’imposta di soggiorno, diverse volte, diventa Bancomat per l’amministrazione comunale da usare, sovente, per scopi che hanno capacità attrattiva di consenso elettorale.