Revisori dei conti, la fantasia del legislatore regionale: il controllato sceglie il controllore

PALERMO- La legge regionale siciliana n. 3 del 30 gennaio 2025, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana il 4 febbraio 2025, ha introdotto una norma che consente al sindaco di proporre la proroga del mandato del collegio dei revisori dei conti nei comuni in dissesto finanziario o in piano di riequilibrio. Una disposizione che, per molti esperti, appare paradossale e potenzialmente illegittima. Abbiamo intervistato Mario Turturici, dottore commercialista ed ex presidente della Commissione Centrale dei Revisori Contabili a Roma, per un’analisi dettagliata della questione.

Dott. Turturici, l’articolo 61 della legge regionale n. 3/2025 attribuisce al sindaco il potere di proporre la proroga del mandato dei revisori dei conti. Qual è il suo giudizio su questa norma?

“È davvero paradossale. È notorio a tutti che la competenza della nomina del collegio dei revisori spetta esclusivamente al consiglio comunale. Questo perché i revisori dei conti non sono semplici controllori dell’amministrazione, ma anche organi di consulenza e supporto per il consiglio comunale, a cui devono garantire imparzialità e indipendenza. Con questa norma, invece, si assegna al sindaco, cioè al controllato, il potere di influire sulla permanenza di chi lo deve controllare. Una contraddizione che non trova alcuna giustificazione.”

Quali sono i rischi di una simile disposizione normativa?

“I rischi sono molteplici. Prima di tutto, si compromette l’indipendenza del collegio dei revisori, che potrebbe sentirsi condizionato da chi ha il potere di prorogarne il mandato. Questo crea un cortocircuito nel sistema dei controlli, che deve invece basarsi su trasparenza e autonomia. In secondo luogo, il ruolo del consiglio comunale, che dovrebbe essere il vero interlocutore del collegio dei revisori, viene completamente svuotato.”

Questa norma si inserisce in un contesto di enti locali spesso in difficoltà finanziarie. Quanto può incidere sulla gestione delle risorse pubbliche?

“In comuni in dissesto finanziario o in piano di riequilibrio, il ruolo del collegio dei revisori è fondamentale per garantire che le risorse siano gestite correttamente e nel rispetto delle normative. Se si introduce un legame così diretto tra revisori e amministrazione controllata, si rischia di compromettere non solo il controllo, ma anche la percezione di trasparenza da parte dei cittadini.”

Ritiene che questa norma sia in contrasto con la normativa nazionale?

“Sì, ed è evidente. Il Testo Unico degli Enti Locali stabilisce che il mandato dei revisori è deciso dal consiglio comunale, che ne assicura l’autonomia.”

Un altro aspetto interessante è il fatto che questa norma sia stata introdotta senza alcuna discussione preliminare. Come sta reagendo la categoria dei revisori dei conti?

“È curioso, se non inquietante, che questa norma sia stata introdotta senza un adeguato confronto preventivo con la categoria professionale. Solo recentemente ci siamo accorti di questa modifica, e la reazione è stata di totale sorpresa. Alcuni comuni, infatti, avevano già pubblicato gli avvisi per le estrazioni dei revisori, ma successivamente hanno ritenuto di annullare questi avvisi per adottare la proroga dei revisori in carica, come previsto dalla nuova norma. Si sta creando una grande confusione, e la situazione rischia di peggiorare man mano che questa norma entra in vigore senza chiarezza sui suoi effetti pratici”.

Il dottore commercialista Mario Turturici evidenzia con forza i rischi di questa “fantasia legislativa” che sembra sfidare logica e trasparenza. La norma, ora al centro di un dibattito acceso, mette in evidenza il delicato equilibrio tra autonomia degli enti locali e rispetto delle normative nazionali. Con ogni probabilità, questa norma sarà impugnata, poiché è in atto una vera e propria rivolta all’interno della categoria professionale dei revisori dei conti, che vedono messa in discussione la loro indipendenza e il loro ruolo fondamentale nel sistema di controllo pubblico.