La dirigenza del Pd è in cerca d’autore. Si è fatto defenestrare senza battere ciglio l’ex assessore Salvatore Mannino. Non riesce a sostituire il dimissionario Certa, pensa al terzo assessorato ma subisce la nomina di Curreri tanto cara al sindaco

SCIACCA- Prendo in prestito (con promessa di restituzione non appena il Pd risolve l’ennesimo caso di Sciacca, stavolta politico) il titolo del romanzo di Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli. Cambio il soggetto e il luogo di destinazione. Il Pd saccense si è fermato a Certa. Sostituito dopo un lungo tormentone, il giovane assessore piddino, perchè ha trovato lavoro in altra regione italiana, la poltrona è rimasta vuota. Un parto che non avviene, una gravidanza che sembra essere diventata isterica. E se nel romanzo di Pirandello, Sei personaggi sono impegnati in cerca d’autore, il deputato saccense e capogruppo Pd all’Ars, Michele Catanzaro, è impegnato alla ricerca di un solo personaggio per la sostituzione dell’ex assessore Certa. Cerca e ricerca. Ma lo sforzo va oltre i 4 consiglieri comunali che occupano i banchi dell’aula consiliare. Il Pd è vittima di se stesso, o meglio della stupidità di un regola interna di far dimettere da consigliere chi intende assumere il ruolo di assessore. Una regola stupida oltraggia la volontà popolare che si esprime con il consenso. Ambrogio, Modica, La Bella e Ruffo, non intendono barattare il seggio di consigliere comunale con la poltrona di assessore. Inizia, così, la ricerca esterna di un nome per poter offrire il ruolo di assessore. Riunioni e riunioni, Fiumi di parole per citare il testo canoro dei Jalisse. Non credo che Simone Di Paola, attuale segretario provinciale del Pd, sia disposto a imbarcarsi su una nave che sembra, realmente, un gommone che si va sgonfiando sempre più. Ma soprattutto, Simone Di Paola deve mantenere la coerenza di ciò che dice. A tal proposito ha detto, in precedenza e con una nota stampa a smentire chi ha scritto che aveva sciolto la riserva, che non intende assumere la carica di assessore. E Simone non è disposto di smentire se stesso per il rispetto del partito. Del resto, per Simone Di Paola, immaginiamo prospettive diverse e più significative. Con la carica di segretario provinciale era uscito dal perimetro locale per essere presente in quello provinciale. Ci attendiamo per Simone Di Paola confini più ampi che quelli ristretti di Sciacca. Il deputato Michele Catanzaro, subendo l’accordo con Mizzica per la candidatura di Fabio Termine, aveva trovato il modo di disincagliarsi da un clima non favorevole alle elezioni frutto della precedente amministrazione, diventata dopo l’azzeramento della giunta un monocolore Pd a guida Francesca Valenti. Vinse le elezioni, sacrificando anche la candidatura di Salvatore Mannino, chiudendo l’accordo elettorale con Mizzica. Fabio Termine divenne sindaco e il Pd quasi un gregario che fatica per agevolare il ciclista di punta della scuderia, ma di altra altra maglia però. Adesso, mentre Mizzica si scioglie come neve al sole, il Pd aumenta di un consigliere comunale attraverso il cambio di casacca di Grabriele Modica che lascia Mizzica e approda nel Pd. Catanzaro chiede il terzo assessore mentre non è in grado di trovare un nome per la sostituzione di Certa. A Sciacca manca il teatro, luoghi in cui esercitare l’arte della commedia, della rappresentazione. Spicca la farsa, e la politica è un valido palcoscenico alternativo che produce il sorriso al saccense.