Violenza sessuale di gruppo: due riberesi e un cattolicense a processo insieme a campione olimpico Antonino Pizzolato
A denunciare l’episodio, avvenuto a Trapani nell’estate del 2022, è stata la stessa vittima, una turista finlandese di 29 anni
Ci sono tre agrigentini, due di Ribera e uno di Cattolica Eraclea, imputati di violenza sessuale di gruppo insieme all’olimpionico trapanese Antonino Pizzolato. Si tratta di Davide Lupo, 31 anni di Ribera; Claudio Tutino, 35 anni, di Cattolica Eraclea e Stefano Mongiovì, 30 anni, anche lui di Ribera.
A denunciare l’episodio, che sarebbe avvenuto a Trapani nell’estate del 2022, è stata la stessa vittima, una turista finlandese di 29 anni. Insieme a due amiche aveva cenato in un ristorante. Lì l’incontro con un gruppo di ragazzi siciliani. Le due comitive avevano fatto amicizia e deciso di andare insieme in una discoteca sul mare. La serata era proseguita per un po’ tra diversi cocktail e chiacchiere. Poi la vittima aveva deciso di rimanere col gruppo appena conosciuto, mentre le amiche, stanche, erano tornate in albergo.
La turista a causa dell’alcol non sarebbe stata lucida, aveva seguito il gruppo di siciliani fino al residence dove alloggiava Lupo. Convinta a salire in camera, sarebbe stata costretta ad avere rapporti con tutti e quattro. Una violenza che sarebbe andata avanti fino a quando la ragazza, in lacrime, li ha supplicati di smettere e di poter tornare al suo albergo. Rimasta sola, è andata in ospedale a farsi refertare. Ai medici, che hanno poi avvertito i carabinieri, la finlandese ha raccontato di essere stata abusata.
Decisive anche le testimonianze delle amiche della finlandese, che oggi hanno deposto davanti al tribunale, degli accertamenti svolti nella stanza in cui la violenza si è compiuta e dei referti rilasciati in ospedale alla giovane. Ai quattro imputati la Procura ha contestato le aggravanti di aver commesso il fatto su persona “con un autocontrollo limitato e in stato di torpore e di inibizione mentale tale da impedirle di respingere con energia gli atti di violenza”. L’atleta, originario di Salaparuta, nel 2018 venne squalificato per 10 mesi dalla giustizia sportiva per aver costretto dei compagni a guardare suoi filmini hard.