Minore aggredito in via Lioni: violenza inaudita, diventata fenomeno diffuso e di forte disagio
“Il ragazzo ha paura ed è traumatizzato -scrive oggi Francesca Capizzi sul Giornale di Sicilia dopo avere sentito i genitori – la mamma insieme al suo avvocato vogliono giustizia“
SCIACCA. Bullismo? Se ne parla, ma ciò che è accaduto nel piazzale della stazione bus di via Lioni è frutto di una violenza inaudita, ad opera di ragazzi minori che ormai hanno perso il senso di ogni valore che regola la società, la vita civile. Il giovane aggredito da due altrettanto giovani, mentre un terzo faceva da “palo”, è stato picchiato da coetani che frequentano la stessa scuola. La vittima stava salendo sul bus per raggiungere il suo paese, Sambuca di Sicilia, quando è stato avvicinato da due ragazzi che lo hanno riempito di botte, colpi di casco, pugni fino a fargli perdere i sensi. Il ragazzo oggetto di violenza ha ricevuto colpi di casco, calci e pugni fino a fargli perdere i sensi. I sanitari dell’ospedale di Sciacca hanno diagnosticato lesioni guaribili in 15 giorni. Il ragazzo è traumatizzato, impaurito per la violenza subita, senza un apparente motivo. Ma ormai, non c’è più differenza tra grande città o paese di provincia. Il fenomeno della violenza tra giovanissimi è assai diffuso. Non si registra, ad oggi, da parte degli aggressori pentimento alcuno. Anzi, uno dei due ha postato sui social network: “ringraziatemi
che lo lascio vivo, la bara a voi la faccio”. Una famiglia, quella della giovane vittima, sconvolta. Il grave fatto è avvenuto verso le ore 14 di venerdì scorso. C’era un terzo ragazzo che ha fatto da palo e tutti gli altri guardavano, ma nessuno è intervenuto.
Sono state alcune ragazzine, della stessa scuola, a chiamare la polizia, mentre una persona che si accingeva a entrare nel grande supermercato dell’Eurospin ha chiamato l’ambulanza. Dopo la feroce aggressione, gli autori sono scappati. Ma la polizia è riuscita nell’identificazione, grazie anche a testimonianze. La vittima è traumatizzata, trema, ha paura. Parrebbe non fossero suoi amici, nè compagni di classe. I genitori dicono che negli ultimi giorni on voleva andare a scuola, forse per paura. Saranno le indagini, adesso, a scandagliare i dettagli, a capire il motivo di tanta violenza.