Nuovo week end de “le vie dei tesori”

La novità di questa seconda settimana del festival è la preparazione di Alberta Falco delle “ova murina” nell’antico quartiere Rabato

SCIACCA. Furono le monache della Badia Grande a inventare le “ova murina”: siamo nel 1600, a Sciacca si attendeva Carlo V d’Asburgo e le religiose erano state chiamate per comporre i loro straordinari cannoli: ma la ricotta scarseggiava e le monache reinventarono i dolci sostituendo una crêpe arricchita di cacao e caffè, alla tradizionale “scorza”, e una delicatissima crema di latte con zuccata, al ripieno di ricotta. Voilà, le ova murina, il dolce di Sciacca, era nato: domenica mattina lo racconterà, preparandolo, un’esperta appassionata come Alberta Falco.

E la sorpresa che si aggiunge al programma di questo secondo weekend delle Vie dei Tesori (sabato 12 e domenica 13 ottobre), sarà anche doppia: perché lo showcooking avverrà nel cortile di palazzo Quartararo, dove un tempo visse il pittore quattrocentesco Riccardo Quartararo. Sarà una vera immersione nel quartiere del Rabato e nella cultura locale: con letture di storie di quartiere a cura di Nino Sandullo e contributi del restauratore Maurizio Catalano.

Se entrare nel carcere che ha sede nell’antico convento dei Carmelitani non sarà possibile (apriva questo weekend e il prossimo, ma è già tutto sold out), si può invece correre al Museo del Mare nel complesso Fazello dove, oltre alla visita completa tra reperti e antichi cannoni, e pastelli e oli di Vincenzo Nucci (si visita la mostra Il silenzio della luce), vi mostreranno i fondali marini scoprendo che l’Isola Ferdinandea … è proprio vulcanica. Sono stati in tanti i visitatori, soprattutto giovani e giovanissimi, ad indossare gli oculus per una vera immersione “all’asciutto” creata da Marevivo in ambienti in 3D e a 360 gradi. E se si vuole completare l’esperienza, visto che il corallo è strettamente legato all’Isola Ferdinandea, bisogna raggiungere (solo sabato) l’antica gioielleria Nocito dove vi spiegheranno il perché di questo “abbraccio” sottomarino. Andiamo avanti: domenica alle 17.30 e alle 18.30 a Palazzo Lazzarini ci si sentirà un po’ Rosalia, la dolce “capinera” di verghiana memoria scoprendo come vivevano le “novizie” appena giunte in collegio: è la visita teatralizzata (molto applaudita) dell’associazione La Danza ASD. Le dimore storiche sono splendide: aprono per la prima volta alcune sale di palazzo Tagliavia di San Giacomo, che svetta ancora altero sul mare, sarà uno spettacolo scoprire l’enfilade dei saloni, e la parte che un tempo occupava la Zecca. Ritorna dopo qualche anno nel festival, Palazzo Licata Borsellino, tuttora abitato dai proprietari, dove si potrà anche scendere nelle enormi grotte preistoriche, un tempo magazzini. E ritorna anche casa Museo Scaglione con la sua collezione ottocentesca “d’ambientazione”. A Palazzo dei Gesuiti si può consultare il fondo antico della Biblioteca, 18 incunaboli, stampati in maggior parte a Venezia, il Libro Rosso e il Libro Verde. Tra le chiese è da scoprire (anche per i saccensi) il  minuscolo Carminello, riaperto solo da pochi mesi, dove si ammira la statua splendente della Madonnina del Carmelo; poi la chiesa di Sant’Antonio Abate, oratorio chiuso al culto che in una nicchia racchiude una Crocifissione. Goethe nel suo Grand Tour racconta di questa piccola chiesa, Santa Maria del Riposo (apre solo domenica) dove si fermavano i pellegrini che, scendendo una mulattiera, raggiungevano il santuario di San Calogero. Guardandola dall’esterno, nessuno crederebbe che dentro Santa Caterina – fondata nel 1109 dalla contessa normanna Giulietta – ci siano dipinti e statue di valore. Se invece si vuole scoprire il tesoro della chiesa Madre – suppellettili liturgiche, ostensori, reliquie dei santi, tele preziose e ex voto – si deve raggiungere il Mudia, il Museo d’arte sacra; mentre nella chiesa più antica di Sciacca, l’austera San Nicolò La Latina, lavora sempre l’artista Lucia Stefanetti. Sabato si può anche raggiungere il Museo dell’olio dentro un frantoio dove vi faranno capire la differenza tra Nocellara del Belice, Biancolilla e Cerasuola. Insomma, ad ognuno la sua cultivar.  

Le passeggiate. Il percorso di Beatrice, Niny, Giovanna, Cinzia, Giusy ed Ezia, insieme GO Sciacca GO, alla scoperta delle edicolette votive, le “fiuredde”, è talmente piaciuto, che si replica domenica alle 10.30. Ma non sarà l’unica passeggiata, anzi in programma domenica sono parecchie: si individuerà una monumentale tomba sicana a grotticella che ricorda un dolmen (alle 10); si rintraccerà l’antica Sciacca ebraica fino alla sinagoga (alle 11). si arriva alla grotta vaporosa dove la temperatura si aggira sui 37/39 gradi, è la cavità più profonda della Sicilia (alle 16.30).

In autobus da Palermo. Una domenica speciale sul bus delle Vie dei Tesori: domenica partenza alle 8 da piazzale Giotto, arrivo a Sciacca dove si potrà scegliere il proprio percorso tra i luoghi aperti (ognuno avrà anche un coupon da 4 ingressi). Poi in bus verso Caltabellotta per raggiungere MATES, museo e cucina, per scoprire come viveva un contadino di una volta. MATES è proprio un mondo a sé, tra utensili, tradizioni, indumenti, libri di preghiere del tempo che fu; e si assaggeranno le antiche ricette.