Soldi della mafia in Brasile e Svizzera, arresti e sequestri da 50 milioni

Grossa operazione della Guardia di Finanza che ha scovato un enorme tesoro in Brasile. Il capomafia di Pagliarelli, Giuseppe Calvaruso, grazie all’aiuto dell’imprenditore Giuseppe Bruno originario di Bagheria che si è trasferito in Sud America nel 2016, ha costruito un impero con soldi ritenuti sporchi. I finanzieri del Comando provinciale di Palermo e la polizia federale brasiliana hanno arrestato l’imprenditore e sequestrato disponibilità finanziarie per 50 milioni di euro. Sotto sequestro anche beni mobili e immobili riconducibili a 17 indagati e a 12 società impegnate sei settori immobiliare ed edile e della ristorazione. I sigilli sono stati apposti ad alcuni residence di lusso

L’inchiesta è stata condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia. Sono state eseguite  21 perquisizioni in abitazioni, sedi societarie e studi professionali in Sicilia, Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Veneto, ma anche all’estero (in Brasile e in Svizzera). I reati ipotizzati sono concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dalla finalità di aver agevolato importanti famiglie mafiose. Fiumi di soldi sporchi sarebbero stati ripuliti e trasferiti all’estero dopo averli schermati servendosi di prestanome e società di comodo. 

Il boss e gli affari

La mente degli intrecci finanziari sarebbe stato Calvaruso, arrestato di nuovo nel 2021. Era appena atterrato a Palermo per le vacanze di Pasqua. Rientrava proprio dal Brasile. A fornire il supporto necessario per gli affari sarebbero stati dei professionisti con ramificazioni fino ad Hong Kong e Singapore. Tra gli affari più significativi, alcune operazioni nel settore della ristorazione e, soprattutto, l’avvio di un piano di lottizzazione di vastissime aree edificabili a ridosso della costa nordorientale del Brasile. I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo stimano il patrimonio immobiliare di tutte le società coinvolte nell’inchiesta in oltre 500 milioni di euro.