Siccità, situazione drammatica. Il prefetto convoca oggi i sindaci agrigentini. A loro la gestione dell’emergenza

La crisi idrica in atto nel territorio regionale assume connotati molto più gravi e sempre crescenti in molti comuni dell’Agrigentino. Le azioni poste in essere dagli enti preposti e/o competenti nella gestione del servizio idrico, ATI, Gestore d’Ambito e di Sovrambito, Comuni gestori, Gestori degli invasi, non appaiono più sufficienti
anche in rapporto al progressivo esaurimento degli invasi che alimentano la provincia e all’abbassamento del livello dei pozzi e delle sorgenti”

AGRIGENTO- Il Prefetto ha emanato una direttiva di Protezione Civile, in firma congiunta con il Dipartimento della Protezione Civile, passando i poteri d’intervento ai sindaci. E per tale motivo ha convocato i sindaci agrigentini per stamattina in Prefettura. La situazione è drammatica e lo diventa sempre più. Basta leggere la direttiva del Prefetto per comprendere appieno che la situazione è quasi incontrollabile. Si spera in piogge abbondanti ma all’orizzonte non si intravedono bollettini meteo che annuncino temporali. Scrive ancora il Prefetto: “Inoltre nel settore irriguo oltre alla perdita della produzione la siccità può produrre la perdita degli impianti arborei quali gli agrumeti. La situazione in atto, a ben vedere, si connota sempre di più come grave emergenza non più superabile dalle sole strutture competenti in via ordinaria, quali il Gestore d’Ambito dei servizi idrici, l’ATI, il gestore di sovrambito, i gestori degli invasi, il Consorzio di Bonifica; necessitano, pertanto, attività contingibili e urgenti di protezione civile”.

In buona sostanza, la direttiva investe pienamente i sindaci autorità di Protezione Civile. “Vista l’attuale situazione e gli scenari futuri, i sindaci, nei comuni in cui l’emergenza è più grave, sono tenuti ad attivare il Centro operativo e a agire quale autorità locale di protezione civile”.

Con la direttiva, si invitano i Sindaci nella qualità di autorità locali di protezione civile ad attivare ogni
possibile efficace azione di protezione civile e, in particolare, a porre in essere le seguenti attività:

1. Emanare le ordinanze contingibili e urgenti e i provvedimenti finalizzati al risparmio idrico e ad assicurare l’acqua per soddisfare i primari fabbisogni potabili della popolazione e degli animali di
allevamento, vietandone l’uso per l’irrigazione di orti e giardini, per il lavaggio di strade, di piazzali e/o
di veicoli, etc.. Si richiama, in proposito, l’ordinanza Commissariale N. 1 del 04/04/2024 del Segretario
generale dell’Autorità di Bacino Individuazione delle azioni e buone pratiche finalizzate al risparmio
idrico potabile ed alla riduzione dei consumi;
2. Attivare, anche temporaneamente ed in configurazione ridotta e limitata alle sole funzioni di supporto essenziali, il Centro Operativo Comunale, COC, per la gestione dell’emergenza idrica, al fine
di assicurare una rapida e coordinata attività̀ di assistenza alla popolazione individuando il responsabile e
un numero di contatto per la popolazione. I COC dovranno mantenere il costante collegamento, come
previsto, con: -SORIS del DRPC Sicilia, -Prefettura, -Libero Consorzio, -ATI, Gestori -Sicilacque e – AICA, -Consorzio di Bonifica, -Tavoli tecnici provinciali presso il Genio Civile, nonché -Servizi provinciali del DRPC e gli -altri Enti in indirizzo.
3. Curare la corretta informazione alla popolazione, diffondendo un numero di contatto attivo
per ricevere le istanze e le segnalazioni dei cittadini;
4. Allertare e/o attivare tutte le locali associazioni di volontariato, strutture operative di
protezione civile, per l’assistenza alla popolazione, compreso il rifornimento idrico con autobotti. Le
associazioni di volontariato iscritte nell’Elenco regionale del dipartimento della protezione civile
potranno ottenere i rimborsi per carburanti e buoni pasto se preventivamente richiesti;
5. Attivare e rendere efficienti le risorse strumentali ed i mezzi a disposizione del Comune, quali autobotti e moduli AIB, nonché reperirne ulteriori ove necessario (v. note n.4671 del 7/2/2024 e
n.9289 del 6/3/2024). Individuare le autobotti nella disponibilità di altri Comuni e/o altri enti (Corpo Forestale, ex Province, Volontariato) da attivare in casi di ulteriori emergenze;
Identificare e/o rendere efficienti e/o realizzare, ove carenti, i punti di approvvigionamento
idrici per rifornire le autobotti e i mezzi AIB del Corpo Forestale regionale, dei VVF e dei volontari di
protezione civile;
Assicurare (o verificare che sia assicurato dal Gestore ove diverso dal Comune)
l’approvvigionamento idrico prioritario a: strutture sanitarie e di dialisi in particolare, attività di
produzione di alimenti, strutture ricettive, etc. .
Monitorare e, ove possibile, prevenire le situazioni di crisi locale, sia per la popolazione sia per la zootecnia. Tali situazioni, qualora non possano essere fronteggiate con strumenti ordinari, dovranno
essere gestite, come assistenza e soccorso alla popolazione, con le modalità di protezione civile di cui al D.Lgs n.1/2028.
Individuare nuove risorse idriche di rapido utilizzo al fine di mitigare l’emergenza in corso, cosi come già indicato nella nota n. 26867 del 28 giugno, n.31715 del 25 luglio, 32219 del 29/07/2024 e segnalarle a ATI, Gestori, Genio Civile. Le attività per reperire, acquisire e immettere in rete nuove
risorse idriche, tramite il revamping, riuso, potenziamento delle esistenti dovranno essere comunque
realizzate in coordinamento con i soggetti competenti in via ordinaria, ATI e Gestore d’ambito o altro
soggetto gestore locale, con i Consorzi di Bonifica e con gli altri enti, ricorrendo, a tal fine ad ogni
strumento normativo che ne consenta l’utilizzo, qual è l’ordinanza sindacale contingibile e urgente ai sensi dell’art.54 del TUEL ovvero la richiesta di requisizione al competente Prefetto in ragione dell’assoluta
necessità ed urgenza di provvedere;
Redigere un Piano speditivo di emergenza per il rischio idrico, di poche pagine, che descriva in modo sintetico lo stato di fatto: a) la situazione attuale dell’approvvigionamento idrico da pozzi e sorgenti, il prelevato e prelevabile in lt/sec, b) il sistema di adduzione e di distribuzione con individuazione delle zone critiche, quali, ad esempio, quelle più alte e penalizzate da una bassa quantità di acqua immessa in rete, c) l’immesso in rete mensile dal 2023 ad oggi e lo scenario a tutto gennaio 2025 d) i giorni di turnazione; e) le dotazioni di autobotti e il servizio svolto o da svolgere; f) le nuove risorse da attivare, pozzi e sorgenti, e da immettere in rete e i cronoprogrammi; g) gli scenari, h) il modello di intervento, organizzazione e procedure.


In particolare si invitano i Sindaci dei comuni che dipendono per l’approvvigionamento idropotabile quasi esclusivamente dall’invaso Castello (San Biagio Platani, Sant’Angelo Muxaro,
Santa Elisabetta, Raffadali, Joppolo Giancaxio, Favara, Aragona, Comitini, Agrigento nord: Giardina
Gallotti, Montaperto, Fontanelle, San Michele, Z.I.) e dall’invaso Fanaco (rimasti a oggi: Casteltermini,
San Giovanni Gemini e altri serviti da CB3) nella prospettiva dell’esaurimento della risorsa idrica, a
ricercare, senza indugio, ogni fonte idropotabile quali pozzi e sorgenti in disuso e/o insabbiati e/o
abbandonati sia pubblici sia privati. Si precisa che il Dipartimento regionale tecnico ha già inviato
l’elenco dei pozzi e delle sorgenti agli atti del Genio Civile.
In caso di necessità i Sindaci adotteranno i necessari provvedimenti contingibili e urgenti di occupazione, esproprio e/o di requisizione che, ove necessario, saranno adottati dal Prefetto. Al
riguardo giovano le precisazioni rese nel richiamato parere del 09.08.2024 dall’Avvocatura dello Stato di Palermo secondo la quale “l’eventuale esercizio dei poteri extra ordinem da parte dei Sindaci trovi la sua giustificazione nell’art. 54 TUEL. Infatti, la magnitudine dello stato di emergenza investe l’intera popolazione della Regione Siciliana e non ha quel carattere “esclusivamente locale” che consente ai Sindaci di provvedere, ai sensi dell’art. 50 TUEL, quali rappresentanti dell’Ente locale. Peraltro, quand’anche le ordinanze venissero adottate ai sensi dell’art. 50 TUEL, la loro efficacia sarebbe limitata al tempo strettamente necessario affinché intervengano i soggetti statali o regionali competenti.
Conseguentemente: le eventuali ordinanze di requisizione dovrebbero essere adottate dai Sindaci nella loro qualità di ufficiali di governo nell’esercizio del potere statale; tali ordinanze dovrebbero essere preventivamente comunicate al Prefetto territorialmente competente per il controllo di legittimità e per la predisposizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione. Quanto sopra non esclude e, anzi, sembra militare nel senso che la Prefettura possa anche procedere direttamente alla requisizione dei pozzi ai sensi dell’art. 7 L. n. 2248/1865, all. E e dell’art. 2 R.D. n. 773/1931”.