La pera coscia di Ribera aggredita dal batterio Erwinia amylovora, particolarmente virulento. Preoccupazione fra i produttori
Non basta la siccità a colpire l’economia agricola, a metterla in ginocchio. Adesso la batosta arriva da da un batterio deleterio, Erwinia amylovora, particolarmente virulento e in grado di disseccare velocemente alcune piante da frutto della famiglia delle Rosacee, attraverso un “colpo di fuoco” batterico. Non c’è una cura
RIBERA- la famosa pera coscia di Ribera è sotto attacco dalla Erwinia amylovora. Altro gravissimo problema di cui scrive oggi il Giornale di Sicilia. “Il punto di partenza del batterio è tra i fiori, dove l’agente patogeno si sposta trasportato dalle api o dal vento. Poi entra nelle foglie che si dimostrano subito come bruciate dal sole, e da lì l’ingresso nella linfa, fino a scendere in profondità nel fusto. L’unica arma è la prevenzione, con agrofarmaci costosissimi”, spiega al Giornale di Sicilia Parola Alessandro Massinelli, imprenditore agricolo di Coldiretti Sicilia.
Non esiste cura e l’unica soluzione è l’estirpazione della pianta. E’ un obbligo per decreto, coadiuvato dal
bando emanato dalla Regione alla fine dello scorso luglio, in scadenza a metà settembre salvo
proroghe. L’agricoltore fa la segnalazione all’ispettorato agrario, che manda i tecnici per prelevare un campione arboreo e analizzarlo, a quel punto, una volta accertata la presenza del «killer», scatta l’obbligo di sradicamento (altrimenti si va nel penale) per far sì che il batterio non si propaghi ulteriormente.
Ad estirpazione avvenuta, il coltivatore può presentare istanza per un rimborso forfettario tra i
quindicimila e i diciottomila euro, con cui coprire le spese e impiantare altri alberi, purché, rimarca
Massinelli al Giornale di Sicilia, che ha già provveduto, «non si tratti di pereti e o meleti, perlomeno fino a quando l’intero areale non verrà dichiarato bonificato». Cioè, almeno per tre anni, poi, «se qualcuno ha il coraggio di tornare allo status quo, ci vorranno altri sei anni affinché la pera coscia torni a crescere come si deve e rientri nel mercato».