Crisi idrica, in migliaia in piazza per manifestare. Momenti di tensione, il presidente di Aica rischia il linciaggio
Ieri ad Agrigento migliaia di cittadini sono scesi in piazza per manifestare contro la gestione del servizio idrico che lascia a secco gran parte della popolazione agrigentina. Scende in campo anche la Chiesa. Il presidente di Aica, che voleva partecipare alla manifestazione, ha rischiato il linciaggio. E’ intervenuta la Digos
SCIACCA- L’agrigentino sopporta tutto, anche lo stare sempre negli ultimi posti delle classifiche nazionali in tema di reddito, occupazione, qualità della vita, etc. Ma non è disposta a patire gli immani disagi di una crisi idrica che lascia a secco la popolazione con turni di erogazione che saltano senza una precisa motivazione, con turni che superano anche le due settimane. Migliaia di cittadini, esasperati dalla mancanza d’acqua nelle proprie abitazioni, urlavano «vergogna», «vogliamo l’acqua». Urla accompagnati da fischietti, slogan e striscione. Su uno di questi c’era scritto “Sciacca ha sete di giustizia”.
Nonostante il caldo asfissiante e una pesante cappa di umidità, la gente ha partecipato massicciamente. E’ questo un segnale serio che viene da un territorio restio a manifestare, a scendere in piazza. Ma al centro della manifestazione, della protesta, c’è l’acqua, bene vitale. La Curia di Agrigento è in prima fila a manifestare e l’arcivescovo Alessandro Damiano ha detto che «la Chiesa agrigentina, partecipe della grave crisi idrica della città e del territorio che mette a dura prova la vita della gente con un servizio idrico inadeguato, sollecita gli enti preposti a trovare soluzioni emergenziali e strutturali risolutive, efficaci, efficienti, economiche e solidali tali da mitigare la crisi idrica dei comparti civile, agricolo, zootecnico e forestale con costi di gestione proporzionati al servizio reso, vigilando su eventuali speculazioni, su un bene primario, che possano danneggiare i cittadini».
Tante le sigle associative che hanno aderito alla marcia per l’acqua. Il corteo è partito alle 18 da piazza Cavour e si è concluso in piazza Aldo Moro, di fronte alla Prefettura dove i manifestanti hanno invocato l’intervento del prefetto Filippo Romano.
Ci sono stati momenti di tensione all’inizio del corteo. In piazza Cavour, un gruppo di persone, avendo visto il presidente dell’Aica, Settimio Cantone, ha tentato di aggredirlo seriamente. E’ stato necessario l’intervento della Digos per evitare il peggio. Cantone intendeva manifestare ma ha avuto il divieto chiaro ed esplicito a non farlo. I poliziotti lo hanno portato via. «Volevo manifestare il disagio di Aica – ha detto Cantone – contro questo stato di cose. Noi non abbiamo poteri divinatori, distribuiamo alla provincia di Agrigento l’acqua che abbiamo. Abbiamo fatto una serie di attività per lenire la sete degli agrigentini. Capisco bene che la mia presenza al corteo è stata vista in maniera inadeguata e per non creare problemi di ordine pubblico non ho partecipato».
La manifestazione, nonostante il rischio molto elevato dal punto di vista dell’ordine pubblico, si è
svolta senza incidenti e in maniera pacifica. I manifestanti hanno evidenziato l’inadeguatezza nella gestione della crisi idrica e ha chiesto misure adeguate da mettere in campo per fronteggiare la grave crisi idrica. Intanto, ad Agrigento l’acqua arriva ogni 15 giorni.