Sindaco e dirigente settore tecnico: “A S.Margherita non ci sono discariche di amianto”

In contrada Giacheria c’era un progetto volto alla bonifica ed alla riqualificazione ambientale, ma è rimasto da decenni in attesa di essere finanziato

SANTA MARGHERITA DI BELÌCE. Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del sindaco Gaspare Viola e del responsabile del settore tecnico Aurelio Lovoy in merito alle notizie divulgate ieri dalla stampa sul sequestro da parte dei carabinieri della discarica di contrada Giacheria in territorio di Santa Margherita di Belice.
Le autorità comunali scrivono che “non esiste alcuna discarica di amianto nel Comune di Santa Margherita di Belice”.

“Questa zona – scrivono – è stata oggetto di un importante e risolutivo intervento di rimozione delle strutture visibili, effettuato dalla Protezione Civile nel 2006-2007, che ha consentito di smantellare circa 300 baracche destinate ad ospitare i terremotati subito dopo l’evento, nonché oggetto nel corso degli anni di diversi altri interventi di bonifica da parte delle amministrazioni comunali succedutesi. Parliamo di un’area infossata che si trova nello stato in cui si trova da svariati decenni, ogni anno interessata da incendi di natura dolosa, non si comprende cosa negli ultimi mesi l’abbia trasformata in una bomba ecologica, un’area che non è affatto estesa come è stato erroneamente divulgato (100 mila metri quadrati anche questo dato è completamente falso), ma semmai nel suo insieme, comprese le strade di accesso, le aree e i fabbricati di proprietà privata che ancora vi insistono, circa 6 ettari. Un’area che rientra nella zona periferica del territorio del centro abitato, è sempre stata controllata dal Comune ed ogni suo varco è precluso all’ingresso ed al transito con apposita segnaletica e barriere.

Di recente – aggiungono – nell’ambito degli interventi posti in essere dall’Amministrazione, con i pochi mezzi che oggi ha disposizione il Comune per mitigare il rischio incendi, sono state realizzate delle piste tagliafuoco da parte di dipendenti comunali, intervento fondamentale ad evitare l’estensione dei focolai di incendio di natura dolosa che ha interessato l’area nella giornata del 30 luglio 2024.

Non si comprende cos’altro avrebbe potuto e dovuto fare questa Amministrazione. Si precisa che su questa area è stata sviluppata una specifica progettualità volta alla bonifica ed alla riqualificazione ambientale, con la previsione della creazione di parchi e aree a verde, con l’intenzione di reintegrare l’area nel tessuto urbano originario. Questo progetto è rimasto da decenni in attesa di essere finanziato da istituzioni nazionali, regionali o europee, atteso che il Comune non ha i mezzi per operare una completa riqualificazione delle aree.
L’attuale Sindaco è estensore, già nel 2002, di una mozione ad hoc del Consiglio Comunale che ha avuto il merito di far conoscere allo Stato l’emergenza amianto della Valle del Belice. Egli si è recato a Roma al Ministero dell’Ambiente, ed una delegazione di funzionari ministeriali venne qualche settimana dopo nel nostro paese per svolgere sopralluoghi e verificare la fondatezza del dossier che fu consegnato al Ministro dell’epoca Altero Matteoli”.

Lo Stato non si è mai preoccupato di impartire disposizioni circa l’esposizione della popolazione alle fibrille di amianto, né sono stati attuati piani di monitoraggio per governare il fenomeno
dell’abbandono di manufatti di amianto nel territorio. Il Ministero dell’Ambiente redasse all’epoca un dossier amianto Belice che non consegnò mai alle autorità locali”.