Grattavoli, slittata la prima data di consegna di uno dei due pozzi

In campo anche il Consiglio Pastorale Diocesano dell’Arcidiocesi. Un grido di dolore per quella viene definita “una ferita aperta nel cuore della comunità” che riguarda ogni singolo cittadino e una storia di dignità umiliata

La crisi idrica tiene banco in provincia di Agrigento. Mentre a Licata la nave cisterna della Marina Militare approvvigiona la città di acqua, nel resto del territorio si intensificano proteste in varie forme.

Una data era stata fissata giorni fa dal direttore generale Claudio Guarneri per la conclusione dei lavori di uno dei pozzi di Grattavoli, ma il 25 luglio che era stato annunciato è già slittato. I due pozzi forniranno in totale 100 litri di acqua al secondo da distribuire nella rete idrica provinciale. I comitati di quartiere di Sciacca intanto spingono affinchè quest’acqua rimanga in città.

Insieme a movimenti, comitati e associazioni, è sceso in campo anche il Consiglio Pastorale Diocesano dell’Arcidiocesi. Un grido di dolore per quella viene definita “una ferita aperta nel cuore della comunità” che riguarda ogni singolo cittadino e una storia di dignità umiliata. La Chiesa agrigentina condivide e sostiene le iniziative necessarie per superare la crisi legata alla siccità, ma fa trasparire anche critiche per i ritardi nella realizzazione di infrastrutture e altre opere di ammodernamento delle reti che, se attuate negli anni, avrebbero consentito una migliore gestione delle scarse risorse idriche.

Ad Agrigento, la città più assetata, è stata programmata una nuova manifestazione di protesta venerdì 2 agosto. Un corteo per gridare forte, come era accaduto lo scorso 1 giugno con in testa l’arcivescovo Alessandro Damiano, il malessere della popolazione contro gli estenuanti turni di distribuzione idrica che in alcune zone della città raggiungono settimane di attesa. Il Cartello Sociale, guidato da Don Carmelo Sorce, ha dato la sua adesione: “Intendiamo sensibilizzare le autorità competenti – dice – affinché si adottino subito misure straordinarie per affrontare la grave emergenza idrica che affligge gli agrigentini. E’ una situazione che non arriva inaspettata perché da gennaio si prevedevano le conseguenze della siccità e di una mancata opera preventiva per scongiurare la inevitabile crisi.

Anche a Sciacca, dove la situazione è meno pesante di Agrigento, l’Unione dei Comitati di quartiere ha chiesto l’ennesimo dibattito pubblico in consiglio comunale prima di intraprendere ulteriori iniziative. Tutti sono in attesa delle nuove risorse idriche che arriveranno dai due nuovi pozzi di Grattavoli.