Anche Legambiente punta Aica: “Perchè solo oggi si accelera sulla captazione di pozzi e sorgenti ?”

Gucciardo annuncia che farà appello al Prefetto e al Presidente della Regione che, ove risultino insussistenti i requisiti per le gestioni autonome, le stesse siano immediatamente cessate

Legambiente scende in campo nel dibattito sulla crisi idrica che sta mettendo in ginocchio la provincia di Agrigento e che giorno dopo giorno alimenta fisiologiche polemiche politiche e forti prese di posizione del mondo delle associazioni. Il circolo Rabat di Agrigento si schiera al fianco del comitato spontaneo #vogliamolacqua, del Cartello Sociale, della Consulta degli utenti e di tutti gli altri comitati e associazioni che continuano a chiedere, ormai da diversi mesi, un impegno ben più efficace da parte della politica locale e regionale nella gestione della crisi idrica.

L’associazione ambientalista, guidata da Daniele Gucciardo, come gli altri sodalizi, richiama anch’essa i concetti di equità, efficienza, legalità, trasparenza: “Li facciamo nostri – dice Gucciardo – e ribadiamo la piena disponibilità ad ogni forma di leale e fattiva collaborazione”. Legambiente scende nei dettagli sulle questioni ben note, per le quali da tempo il mondo dell’associazionismo e l’opinione pubblica mettono sotto accusa l’Azienda Idrica Comuni Agrigentini. Si va dalla vicenda della mancata consegna di fonti, reti e impianti da parte dei Comuni ai quali la legge consente di gestirle in proprio a un costo inferiore per gli utenti, a quella di due Comuni costituenti che hanno fatto altrettanto. “Una situazione incredibile – dichiara Legambiente – cosa si aspetta a fare chiarezza? Con la perdurante crisi idrica, le turnazioni inaccettabili, famiglie, interi quartieri e tantissime attività commerciali o turistiche letteralmente assetate, tutto ciò non è più tollerabile”.

Gucciardo annuncia che farà appello al Prefetto e al Presidente della Regione che, ove risultino insussistenti i requisiti per le gestioni autonome, le stesse siano immediatamente cessate e, conseguentemente, vengano acquisite al gestore unico le relative fonti, reti, impianti e utenze. L’associazione invita poi Aica a rendere nota la ragione dello “sbilanciamento” in favore delle forniture effettuate da Siciliacque e solleva perplessità su un’attività di captazione svolta oggi su pozzi o sorgenti, che prima era quantomeno depotenziata: “Di ciò – dice Gucciardo – i cittadini attendono di conoscere le esatte ragioni, di natura tecnica, economica, di politica aziendale o di qualunque altro genere”. C’è anche un cenno rete idrica di Agrigento, per la quale l’auspicio è che l’appalto venga gestito con modalità ben diverse dalle precedenti.