Pm molestata, la Cassazione smentisce il Csm e annulla la condanna di Sinatra
Era stata sanzionata per comportamento scorretto nei confronti dell’ex procuratore di Firenze Creazzo, in corsa per la procura di Roma, dal quale venne molestata al rientro in albergo dopo un convegno
La Cassazione ha annullato con rinvio la censura inflitta al sostituto procuratore Alessia Sinatra dalla Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura a febbraio dell’anno scorso, in relazione ad uno scambio di messaggi avvenuto nel 2019 in cui il pm, da anni in servizio a Palermo, definiva più volte “porco” l’ex procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, in quel momento candidato alla guida degli uffici giudiziari di Roma e che in precedenza l’aveva molestata sessualmente, tanto da essere poi condannato a sua volta alla perdita di due mesi di anzianità nel 2021.
Per la Suprema Corte, nella nuova valutazione che dovrà fare il Csm, “non si può tralasciare di prendere in considerazione l’influenza che sul comportamento tenuto dal magistrato Sinatra può avere avuto la grave e protratta sofferenza che accompagna chi sia stato vittima di molestie sessuali, nello specifico provenienti da un collega più anziano e nell’ambito di un contesto lavorativo”. La Sezione disciplinare invece, secondo i giudici, si è concentrata soprattutto sul fatto che la pm – che si è occupata per molto tempo proprio di abusi sessuali – non avesse denunciato la violenza subita da Creazzo, dimostrando così “evidente e profonda sfiducia nell’istituzione giudiziaria”.