Lettera dell’arcivescovo Damiano ai neo eletti sindaci e consiglieri comunali
“Possiate essere con l’aiuto di Dio, tessitori di relazioni buone, sane, sananti e, perciò stesso, essere tessitori di speranza!”
Sig.ri Sindaci e componenti dei consigli comunali neo eletti delle cittadine di Alessandriadella Rocca, Caltabellotta, Campobello di Licata, Naro, Racalmuto e Sant’Elisabetta, a tuttivoi giunga il mio augurio di pace e di ogni bene; «ogni buon regalo e ogni dono perfetto – ciricorda la Bibbia – vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce» (Lettera diGiacomo 1, 17).
Ho pensato di scrivervi non certo una “ricetta” con ingredienti già pronti o un “librettod’istruzioni” sul buon governo. Non è mio compito né mia intenzione.Desidero solo bussare alla vostra porta per condividere con voi, quasi “ad alta voce”, alcunipensieri che mi “frullano” per la testa. Faccio ciò ovviamente come vescovo di questadiocesi agrigentina, ma anche come cittadino che ha a cuore le sue sorelle e i suoi fratelli inumanità.
Sia la comunità cristiana che quella politica e civile condividono “la passione per l’uomo”,per tutto l’uomo – per l’uomo integrale – e per ogni uomo, con un suo volto ben concreto eunico, insieme “alla cura e la promozione del bene comune”.
L’uomo, insegna la Dottrina sociale della Chiesa sulla scia della Bibbia, è creato adimmagine e somiglianza di Dio. L’uomo è una “connessione” di relazioni entro una reterelazionale verticale con Dio e orizzontale con le creature umane e non umane.Ma che cosa vuol dire concretamente “bene comune”? Ci offre una risposta il Magisterodella Chiesa: «l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono ai gruppi,come ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e piùspeditamente» (Gaudium et spes, 26). Curare un ambiente bello e buono, ossigenato dirispetto e cura per ogni creatura è bene comune, è una ecologia integrale umana eumanizzante.
Solo anteponendo il “bene comune” al tornaconto personale o di una parte possiamo davvero concretamente e laboriosamente costruire, giorno dopo giorno, la “città degli uomini”, affinché sia una città sempre più amabile e abitabile, umana e umanizzante. È con questi sentimenti e riflessioni che vi auguro un buon e fruttuoso lavoro. Possiate essere con l’aiuto di Dio, tessitori di relazioni buone, sane, sananti e, perciò stesso, essere tessitor idi speranza!