Agricoltura, sempre più drammatica la siccità: dalla diga Castello quasi zero la disponibilità di acqua per usi irrigui

RIBERA- La città crispina e il suo territorio circostante, con diversi comuni con terreni a vocazione agrumicola, risente sempre più pesantemente della gravissima siccità. La diga Castello non ha acqua disponibile per usi irrigui, ma solo per uso potabile. E questo è stato deciso con una nota dello scorso 2 maggio del Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti indirizzata all’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia.

In buona sostanza, queste sono le cifre ufficiali, la diga Castello può disporre di 2.315.000 metri cubi d’acqua, e questa cifra ha una sola destinazione: l’uso potabile. Dunque, secondo la tabella del Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti, per l’agricoltura che riguarda Ribera e il suo comprensorio non ci sono speranze di poter irrigare, a meno che un danzatore della pioggia faccia cadere giù quella quantità d’acqua per riempire le dighe, e in particolare la Castello.

Il sindaco di Ribera (insieme ad altri sindaci del comprensorio) torna con l’umore grigio da una riunione tenutasi stamane a Palermo.

In cifre, la diga Castello dispone di 2.380.000 milioni di metri cubi d’acqua. Di questi, 2.180.000 milioni sono destinati per uso potabile. Dunque, niente per l’agricoltura. In tal modo, gli agricoltori possono scordarsi di irrigare i terreni. Va ricordato che i terreni del comprensorio sono tutti pregiati con produzioni agrumicole eccellenti.

Il sindaco Matteo Ruvolo ha chiesto ed ottenuto una nuova riunione  fissata nei prossimi giorni. Si tenterà di “giostare” sulle soglie di salvaguardia della diga Castello, ma anche a sollecitare l’attivazione della bretella di collegamento tra le dighe Castello e Gammauta, attualmente non operativa. Una riconsiderazione delle soglie di salvaguardia potrebbe consentire quasi due irrigazioni al comprensorio.

Ma non solo questo. I sindaci, con in testa quello di Ribera, solleciteranno la messa a terra dei provvedimenti urgenti stabiliti con la risoluzione approvata in sede di Commissione all’Ars e che impegna il Governo regionale.

E ritorna in mente Tito Livio: Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur (mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata). Nella fattispecie, mentre a Palermo si discute, l’agricoltura di Ribera e del comprensorio viene espugnata dalla siccità.

Filippo Cardinale