Crisi idrica ed emergenza incendi, parla il Ministro Nello Musumeci
Dalla crisi idrica al risarcimento per gli incendi in Sicilia senza trascurare il tema delle Europee. Il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci parla a 360 gradi nel corso di un’intervista alla trasmissione “Il Punto” dell’emittente Telecolor.
«L’obiettivo di FdI per le elezioni europee non è togliere voti alla Lega e a Fi, perché così si indebolirebbe la coalizione, ma convertire gli elettori che hanno votato per le opposizioni e soprattutto fare breccia sull’astensionismo. Penso che il voto non avrà alcuna ripercussione sul governo Meloni, perché l’unica alternativa sarebbe ritornare alle urne», ha affermato il ministro.
Poi sull’emergenza incendi: «Bisogna dire la verità. Dichiarare lo stato di emergenza per gli incendi non significa dare ai privati i rimborsi per le case bruciate, ma significare costruire quella cornice per consentire ai Comuni e alle Regioni di potere agire in deroga e di potere ricevere il rimborso del denaro speso per avere fronteggiato l’emergenza». La questione riguarda gli incendi che a luglio e a settembre dell’anno scorso hanno danneggiato aziende, allevatori, privati cittadini oltre a mandare in fumo decine di ettari di boschi e macchia mediterranea in Sicilia, soprattutto nella provincia di Palermo. «Non esiste una legge che imponga allo Stato di risarcire i danni provocati dal fuoco ai cittadini privati, purtroppo non esiste», ha ancora detto Musumeci.
Sulla crisi idrica che proprio durante la stagione estiva potrebbe aggravarsi in Sicilia, il ministro ha dichiarato: «Per potere arrivare a fine anno l’Isola, dove già in un centinaio di Comuni l’erogazione idrica è razionata per contrastare la siccità, deve recuperare 180 milioni di metri cubo d’acqua, la metà delle risorse idriche necessarie per una gestione ordinaria annuale».Musumeci ha spiegato che la Regione siciliana ha trasmesso alla Protezione civile un elenco di 52 opere da realizzare. “Spero che ci siano i progetti esecutivi – ha detto -. Vedremo di trovare le coperture finanziarie almeno per i primi dieci interventi”. Il governo di Renato Schifani ha inoltrato a Roma la richiesta dello stato di calamità per la siccità. «Gli uffici ci stanno lavorando, sono convinto che sarà accolta – ha anticipato il ministro -. Questo consentirà di dare una cornice, la Protezione civile inoltre procederà alla fornitura delle autobotti. La legge dà la possibilità anche di requisire i pozzi privati per fronteggiare le criticità. Lo Stato ha il compito di intervenire dal punto di vista strutturale, spetta alla Regione provvedere alla gestione della situazione contingente e decidere se procedere con il razionamento».
Musumeci ha sottolineato che «in Sicilia è fuori dubbio che ci sia un’emergenza strutturale. Quarant’anni fa si costruirono le dighe ma non furono collaudate, fu il mio governo, quattro anni fa ad avviare i collaudi. Purtroppo è mancata la programmazione nonostante il fiume di denaro: dalla Cassa del Mezzogiorno fino ai fondi strutturali». «C’è tanto da fare – ha proseguito -. E’ chiaro che per realizzare alcuno opere serviranno degli anni, ma alcuni interventi si possono fare in tempi brevi, penso ai laghetti aziendali sui quali il mio governo ha puntato dando una grossa mano alle imprese». E ha concluso con un aneddoto. «Nell’estate del 2001 mi recai in un’isola minore, non dico quale: vidi la nave cisterna col bocchettone collegato alla terraferma mentre riforniva d’acqua l’isola. Ne rimasi colpito, chiesi al sindaco se fosse normale tutto ciò quando basterebbe un dissalatore. Lui mi prese sottobraccio e mi rispose: presidente è troppo complicato, ci levi mano».