Siccità, a Ribera invocano un decreto prefettizio per trasferire alla diga Castello l’acqua che arriva alla diga Gammauta

RIBERA. I consiglieri comunali di Ribera scrivono al Prefetto Filippo Romano per richiedere un intervento volto ad imporre l’utilizzo dell’acqua di Gammauta prioritariamente per scopi potabili e per l’irrigazione estiva.

A richiedere uno specifico incontro sono il presidente del consiglio comunale Vincenzo Costa ed i consiglieri Pietro Siragusa, Alfredo Mulè, Federica Mulè, Calogero Cibella, Maria Grazia Angileri, Giuseppe Ciancimino, Salvatore e Giovanni Tortorici, Nicola Inglese. Sottolineano come la stagione irrigua è imminente e la mancanza di acqua rischia di compromettere irrimediabilmente il futuro dei nostri agricoltori.

Le recenti precipitazioni sono state insufficienti – ci dice Costa – e le temperature miti di febbraio aggravano la situazione. Un intervento possibile è trasferire con periodicità costante alla diga Castello l’acqua che dal fiume Sosio affluisce alla diga di Gammauta dell’Enel direttamente per caduta tramite la bretella di collegamento già esistente.

Nel sottolineare come la siccità minacci il lavoro di migliaia di persone e l’economia di un intero territorio, i consiglieri riberesi ritengono preoccupante il clima di agitazione e protesta che potrebbe sfociare in disordini e problemi di sicurezza pubblica.

Abbiamo invitato il Prefetto – dice ancora il presidente Costa – a visitare il nostro territorio per vedere di persona la gravità della situazione e la sofferenza degli agricoltori e constatare la possibilità di alcuni interventi tecnici per affrontare le criticità. La sua presenza sarebbe un importante segnale di attenzione e impegno da parte dello Stato”.

I consiglieri suggeriscono la sottoscrizione di un disciplinare tra Consorzio di Bonifica di Agrigento, Genio Civile, Enel e Regione Siciliana con cui stabilire che l’acqua debba essere utilizzata, come prescrive la legge Galli, in primis per l’alimentazione umana, poi per l’agricoltura e infine per l’industria.

Giuseppe Recca