Politica, Fabio Termine nella morsa dell’Ancien Régime. E ritorna il manuale Cencelli
SCIACCA- La politica di questi giorni ci presenta uno spettacolo che difficilmente immaginavamo potersi rigenerare, ritrovare nuova linfa. Questo ultimo periodo ci consegna la rappresentazione che la politica è l’arte dell’impossibile. O meglio, l’arte che trasforma l’impossibile in possibile. L’arte della riesumazione, anche.
Le ultime elezioni hanno consegnato a Fabio Termine la fascia tricolore del sindaco. Un sindaco spinto da un nutrito gruppo di giovani spinti da uno spirito di rivoluzione francese e attrezzati per combattere l’Ancien Régime. Spazzare il vecchio regime e respirare aria di libertà fratellanza, uguaglianza. L’Ancien Régime diventò un termine usato durante la rivoluzione francese ma grazie a Alex de Tocqueville si estese in ambito letterario. Tocqueville, autore del saggio L’Ancien régime et la révolution, ha battezzato ciò che ha abolito (La Révolution française a baptisé ce qu’elle a aboli).
La “rivoluzione saccense” a guida Termine sembra aver perso quella caratteristica che fu il perno della campagna elettorale. Via il vecchio, basta con gli inciuci. Tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare, e Sciacca è una città di mare.
Termine strinse l’alleanza elettorale col Pd dopo aver per cinque anni omaggiato l’ex sindaco Francesca Valenti di attacchi durissimi fino a dirle che il suo progetto politico era un fallimento. Ebbe, il giovane Termine ha avuto la capacità di convincere gran parte dei saccensi di aver tracciato una linea di demarcazione tra il cattivo e il buono. Come si faceva un tempo a scuola tracciando una linea di demarcazione sulla lavagna. Tra i cattivi c’era l’ex sindaco, mentre tra i buoni Termine scrisse Michele Catanzaro & C.
A distanza di oltre un anno, l’Ancien Régime ritorna in vita. E si esprime in modo visibile con la sostituzione dell’ex assessore Francesco Sabella, vicino all’ex sindaco Valenti.
Attraverso la lista civica Ferdinandea, l’ex sindaco cerca di usare il cavallo di Troia inserendo nella pancia la pretesa di avere due assessori e non più uno. Va ricordato che la lista Ferdinandea portò due consiglieri comunali, Ambrogio e Leonte, grazie alla loro personale dote elettorale (circa mille voti) mentre i candidati vicini all’ex sindaco Francesca Valenti fecero magra figura con Bacchi e Lo Cicero, due assessori della giunta Valenti che sommarono voti inferiori alle attese. Dunque, l’apporto dei cinque anni di governo dell’ex sindaco fruttarono poco dal punto di vista elettorale.
Oggi è chiaro che vi è una strategia (subdola) per ostacolare la nomina ad assessore di Fabio Leonte. Una strategia in cui il Pd ha un ruolo incisivo. Un Pd che usa il buon Giuseppe Ambrogio. Si proprio lui, colui che da tanto tempo è la spina sul fianco dei vari riferimenti politici che, di volta in volta, ha poi cambiato.
La sostituzione dell’ex assessore Sabella è una questione delicata perché le difficilissime deleghe sono appannaggio della lista Ferdinandea i cui consiglieri comunali eletti sono Ambrogio, passato al Pd, e Fabio Leonte rimasto fermo nelle sue posizioni. Le deleghe sono quelle del bilancio, tributi e personale. Dleghe che richiedono esperienza amministrativa e politica. Insomma, richiedono un curriculum che il paladino della Perriera, brav’uomo, non annovera.
Il Pd sta spingendo per la nomina di Ambrogio. Ma è chiaro per un intento ben preciso: chiudere le porte a Fabio Leonte. Anbrogio rilascia interviste già da assessore e spesso parla anche come consigliere provinciale. Conosciamo la goliardia di Ambrogio quando molla i freni inibitori. E’ noto a tutti che la sua grande aspirazione è di fare il consigliere provinciale. Dunque, avremmo il caso che Fabio Termine dovrebbe tra alcuni mesi nominare un nuovo assessore in sostituzione di Ambrogio (se nominato assessore), raggiungendo la cifra di tre sostituzioni nell’arco di poco tempo. E questa già puzza di vecchio.
Ma il vero vecchio, il è già domani che ritorna a ieri, è la morsa in cui vorrebbero stringere l’attuale sindaco con la nomina di Ambrogio ad assessore. E Ambrogio è facile preda di chi gli paventa di non candidarlo se non ubbidisce alle direttive di partito.
Le retromarce dell’attuale sindaco sembrano emergere anche spendendo 12 mila euro di botti artificiali per accogliere il nuovo anno. E dire che l’anno scorso non li deliberò per rispettare gli animali, i cani in particolare, i cui botti sono nocivi. Anche l’assessore Sinagra si vantò della scelta. Ma le cose cambiamo e quest’anno quella buona intenzione dello scorso anno è stata riposta in soffitta.
Dimostri il sindaco Termine che la costanza è il fondamento del suo è già domani e non si faccia tirare la giacca da un Pd che lo risucchia nell‘Ancien Régime.
Filippo Cardinale